tratto da Etica.sgr del 7 marzo 2025 (ripreso dal quotidiano “Avvenire”)
Nel 2024, secondo l’INAPP, il 42% delle nuove assunzioni in Italia ha riguardato donne. Tuttavia, le lavoratrici sono più spesso impiegate con contratti precari: il part-time involontario interessa il 49,2% delle donne, contro il 27,3% degli uomini. Solo il 13,5% delle assunzioni femminili è a tempo indeterminato, una quota inferiore persino ai contratti stagionali (17,6%). Inoltre, il fenomeno del lavoro povero colpisce le donne tre volte di più rispetto agli uomini (18,5% contro 6,4%), con una forte concentrazione nei settori meno retribuiti, come istruzione e sanità.
Un altro indicatore della disparità di genere è il fenomeno delle dimissioni post-partum: una donna su cinque lascia il lavoro dopo la maternità. Le principali cause sono la difficoltà di conciliare lavoro e famiglia (52%) e ragioni economiche (19%), legate ai costi elevati per l’assistenza ai figli. Il divario occupazionale tra uomini e donne (17,5%) cresce fino al 34% in presenza di un figlio minore.
L’istruzione rappresenta un fattore protettivo: il 91,5% delle donne con un alto livello di istruzione mantiene il proprio impiego dopo la maternità. Tuttavia, le difficoltà di conciliazione tra vita lavorativa e familiare sono aggravate da un gender pay gap del 10,7%, che sale al 27,3% nelle posizioni dirigenziali. Inoltre, solo il 31,5% dei membri dei CdA delle società quotate in borsa sono donne.
Più servizi e misure per la conciliazione
lavoro-famiglia
Per colmare il divario di genere, sono necessarie politiche strutturali. L’aumento del congedo di paternità obbligatorio a 10 giorni e incentivi per l’assunzione di donne in condizioni di svantaggio sono passi importanti, ma insufficienti.
Attualmente, il gender pay gap sulla retribuzione
annua media in Italia raggiunge il 43%, ben oltre la media UE del 36,2%.
Un’altra sfida cruciale riguarda i servizi per la prima infanzia. Nel 2021/2022 erano attivi 13.518 nidi e servizi integrativi, con oltre 350.000 posti disponibili, ma solo il 48,8% era pubblico. Il numero insufficiente di strutture penalizza le famiglie, in particolare nel Sud Italia, dove la domanda resta insoddisfatta e le rette sono elevate.
Parità di genere, l’impegno di Etica Sgr
Etica Sgr si impegna attivamente nella promozione della parità di genere attraverso diverse iniziative. Nel 2020 ha lanciato, ad esempio, il bando “Semi di Futuro” per sostenere progetti di imprenditorialità femminile contro la violenza di genere. Nel 2021, ha promosso il progetto “Mio il denaro mia la scelta!” per finanziare iniziative di educazione finanziaria rivolte a donne in condizioni di vulnerabilità economica.
Per far fronte a questo problema è stata
lanciata Monetine, piattaforma di attivismo civico e finanziario nata per aiutare le donne
seguite e ospitate dai centri antiviolenza che si trovano in condizione di
fragilità economica ad avere strumenti concreti di empowerment ed educazione
finanziaria
Attraverso attività di stewardship,
Etica Sgr dialoga con le imprese in cui i fondi investono, promuovendo
politiche di pari opportunità e monitorandone l’attuazione.
Questi sforzi contribuiscono al raggiungimento dell’Obiettivo 5 dell’Agenda ONU per lo sviluppo sostenibile: la parità di genere.
Per colmare il divario di genere, sono necessarie politiche strutturali. L’aumento del congedo di paternità obbligatorio a 10 giorni e incentivi per l’assunzione di donne in condizioni di svantaggio sono passi importanti, ma insufficienti.
Congedo di paternità (2013-2022) 2013 2022 Differenze in base al numero di figli |
Un’altra sfida cruciale riguarda i servizi per la prima infanzia. Nel 2021/2022 erano attivi 13.518 nidi e servizi integrativi, con oltre 350.000 posti disponibili, ma solo il 48,8% era pubblico. Il numero insufficiente di strutture penalizza le famiglie, in particolare nel Sud Italia, dove la domanda resta insoddisfatta e le rette sono elevate.
Parità di genere, l’impegno di Etica Sgr
Etica Sgr si impegna attivamente nella promozione della parità di genere attraverso diverse iniziative. Nel 2020 ha lanciato, ad esempio, il bando “Semi di Futuro” per sostenere progetti di imprenditorialità femminile contro la violenza di genere. Nel 2021, ha promosso il progetto “Mio il denaro mia la scelta!” per finanziare iniziative di educazione finanziaria rivolte a donne in condizioni di vulnerabilità economica.
Questi sforzi contribuiscono al raggiungimento dell’Obiettivo 5 dell’Agenda ONU per lo sviluppo sostenibile: la parità di genere.