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Il segno di Russell

Tra evoluzione e distruzione, giovani disillusi e guardinghi, impegnati a sembrare migliori di se stessi e degli altri, si mostrano forti. Ma il confine è labile verso disturbi psichici, disturbi alimentari. Guarire si può attraverso il confronto, come ci insegna la relazione tra donne.
Da un’idea di Fiorenza Orsitto, spunti di riflessione, piste per riconquistare la fiducia in sé e negli altri.
(NdR)

Quando ci si guarda, in silenzio ogni mattina allo specchio, ognuno di noi da una prima interpretazione alla giornata che sta per vivere.
Chi corre e butta un’occhiata fugace al proprio volto, chi perde ore a sistemarsi proprio quella ciocca di capelli che insiste sempre a rimanere fuori posto, chi ascolta la radio e canticchia lavandosi i denti.
Ognuno di noi, nessuno escluso.
 
La percezione e l’analisi di sé sono attività estremamente delicate, spesso perse di vista: in un mondo in cui il giudizio altrui schiaccia il personale e assume un rilievo sempre più alto, giorno dopo giorno ci preoccupiamo maggiormente del ruolo che rivestiamo all’interno della società piuttosto che dedicarci alla cura e benessere del proprio io.
Ognuno di noi, nessuno escluso.
 
Si badi, come scrisse Aristotele nel IV sec. AC, l’uomo è un animale sociale, tende per natura ad aggregarsi e in quanto tale il suo confrontarsi con opinioni esterne genera evoluzione.
Ma dove finisce l’evoluzione e inizia la distruzione?
A questa domanda nessuno ancora sa dare risposta, se non analizzando il proprio livello personale di tolleranza ad agenti / influenze esterne. Ogni giorno ci insegnano ed insegniamo ai nostri figli a fare di più, ad essere la miglior versione di sé, a correre, competere, “mordere” la vita. A non “farsi ingannare dal male”.
 
Questo però, per quanto possa essere perpetrato in buona fede, ha contribuito alla crescita di una generazione di Achiever, giovani molto competitivi e guardinghi, disillusi della fiducia nel prossimo e impegnati ad apparire al meglio delle proprie possibilità – o, detto più opportunamente – impegnati a mostrarsi migliori di sé stessi e degli altri. Genericamentemigliori, senza specificare in quale ambito (sport, scuola, lavoro, aspetto fisico, gestione della famiglia, dei figli…).
 
A questo punto è facilmente comprensibile che da ambiziosi a severi – specie se con se stessi, il passo risulti breve.
 
Il segno di Russell consiste in una o più cicatrici che segnano il dorso e/o le nocche della mano, dovute a meccanismi di vomito autoindotto ripetuto nel corso di periodi lunghi di tempo. Più precisamente, questi segni nascono dallo sfregamento degli incisivi sulla parte posteriore della mano nel tentativo di generare volontariamente il conato con le dita.
Il Russell è ad oggi uno dei pochissimi segni visibili esternamente di disturbi alimentari come bulimia nervosa e talvolta non è detto che sia così evidente.
Chi ne soffre è capace di tacere per anni, mostrandosi alla società come un elemento forte e competitivo, inscalfibile. Ma come un dipinto di Dorian Gray“post litteram”, la vera concezione e raffigurazione di sénon è altro che un disegno deteriorato e guasto, dai confini labili.
 
La bulimia è un disturbo alimentare orizzontale, in un certo senso democratico.
 
Nostro malgrado, chiunque – uomini e donne di tutte le età – possono esserne affette. Ebbene, cari lettrici e lettori, da tutto questo si può guarire, a condizione che si metta il benessere di sé al primo posto, concetto che sembra quasi impossibile nella società moderna.
 
E no, non possiamo permetterci di rimandare a domani, ma dobbiamo fare leva proprio sullo
strumento che ci contraddistingue come animali evoluti: il confronto.
 
Abbiamo già detto che l’uomo è un animale sociale, ebbene, per riconvertire la distruzione in evoluzione dobbiamo unirci e condividere i nostri pensieri, consapevoli che nessuno è solo.
In altre parole, la solitudine assoluta è impossibile proprio per nostra natura.
 
Pertanto, se sei vittima del grande mostro della bulimia (e /o altri disturbi alimentari), o se conosci qualcuno che lo è,  principalmente se hai voglia di parlarne, puoi condividere la tua esperienza con noi scrivendo all’ indirizzo di posta   ascoltiamoci_mapiusoli@gmail.com
Ci impegniamo a pubblicare, nel rispetto della normativa sulla privacy e in forma assolutamente anonima  scritti ed esperienze, di chi avrà la voglia e la pazienza di raccontarle.
 
Per tenere a mente che nessuno da solo è forte, ma nessuno è solo al mondo.
 
Fiorenza Orsitto