di Camilla Desideri
tratto da “Sudamericana – Internazionale” del 22 novembre 2024
tratto da “Sudamericana – Internazionale” del 22 novembre 2024
Il fatto che la
strategia di espansione globale della Cina passi per l’America Latina non è una
novità. Ma negli ultimi giorni la questione è tornata al centro dell’attenzione
di molte analisi e commenti sui giornali della regione. Il leader cinese Xi Jinping,
alla sua sesta visita in Sudamerica dal 2003, è andato a Lima, in Perù, per
partecipare al forum della Cooperazione economica Asia-Pacifico (Apec) e poi a
Rio de Janeiro, per il summit del G20. In Perù il 14 novembre Xi ha assistito
all’inaugurazione del megaporto di Chancay, circa ottanta chilometri a nord
della capitale, un’opera multimilionaria avviata nel 2007 che vuole consolidare
la presenza di Pechino in America Latina e trasformare il Perù nel
principale hub portuale del sud del Pacifico verso il mercato
asiatico.
“Il nostro
obiettivo”, ha detto il ministro peruviano dei trasporti e delle comunicazioni
Raúl Pérez Reyes, “è diventare la Singapore dell’America Latina”. Mentre Xi ha
sottolineato che “la Cina desidera usare il porto di Chancay come punto di
partenza per creare un nuovo corridoio terrestre e marittimo con l’America
Latina, collegando il sentiero degli inca con la via della seta marittima del
ventunesimo secolo e aprendo un percorso di prosperità condivisa per il Perù e
per i paesi del Sudamerica e dei Caraibi”.
Nonostante
l’ampiezza dell’opera (che fa parte della Belt and road initiative, nota come
nuova via della seta, ed è affidata all’azienda statale cinese Cosco Shipping)
e i suoi costi elevatissimi – è previsto un investimento totale di quasi 3
miliardi e mezzo di dollari – l’inaugurazione non ha avuto il risalto che la
presidente peruviana Dina Boluarte avrebbe probabilmente desiderato, anche per
risollevare la sua bassa popolarità. La cerimonia, virtuale, è stata
organizzata nella sede del governo di Lima, dove Boluarte e il leader cinese
hanno guardato il megaporto di Chancay attraverso uno schermo gigante. In un
primo momento il governo di Lima ha detto che Xi è solito inaugurare le grandi
opere da remoto, poi si è corretto specificando che la decisione di non andare
sul posto è stata presa per “motivi di sicurezza”, visto che da giorni il paese
è scosso da proteste e scioperi di trasportatori e
commercianti contro la violenza e l’aumento della povertà.
Il leader cinese si è detto soddisfatto perché, nonostante la pandemia, gli operai di entrambi i paesi sono riusciti a completare l’opera. Ha aggiunto che “i porti sono pilastri fondamentali per lo sviluppo delle nostre nazioni e quello di Chancay sarà il primo porto intelligente del Sudamerica: farà risparmiare sulla logistica e genererà entrate per il Perù”. Secondo le stime di esperti ed economisti, il megaporto genererà 4,5 miliardi di dollari di entrate annuali e solo nel 2025 potrebbe contribuire fino a 0,9 punti percentuali al pil del paese sudamericano. Grazie a una profondità di oltre diciassette metri, potrà accogliere le navi più grandi del mondo, in grado di trasportare fino a 24mila container. Opererà con un sistema automatizzato di ultima generazione: gru e macchine muoveranno le merci e i contenitori da un centro di controllo, quasi senza intervento umano. Infine, le imbarcazioni commerciali dei vicini paesi latinoamericani risparmieranno almeno 25 giorni di viaggio per raggiungere l’Asia.
Il Perù è senz’altro uno dei paesi del Sudamericana dove i rapporti commerciali ed economici sempre più stretti con Pechino sono maggiormente visibili. El País fa un esempio che rende benel’idea: se la Cina lo volesse, potrebbe interrompere la fornitura di elettricità nella capitale Lima. Dal 2023 infatti tutta l’energia elettrica della città è nelle mani di due aziende statali cinesi. Anche Las Bambas, la maggiore compagnia di rame del paese, appartiene all’azienda cinese Mmg. L’equazione è semplice, continua il giornale spagnolo: la Cina, la grande fabbrica globale che ha bisogno di risorse, investe in progetti legati al settore energetico, minerario e infrastrutturale; i paesi dell’America Latina, ricchi di materie prime e alimenti, in cambio cercano investimenti che accelerino il loro passaggio a industrie con più alto valore aggiunto.
Per chi vuole approfondire, Bbc mundo ha raccontato l’impatto che l’opera ha già avuto a livello locale: la cittadina di Chancay, dove la gente si era sempre dedicata alla pesca artigianale, si sta trasformando. È attraversata da un tunnel che collega il porto alla strada Panamericana Norte e il prezzo dei terreni circostanti è già aumentato vertiginosamente. Inoltre, molte associazioni hanno espresso la loro preoccupazione per le conseguenze ambientali che il porto potrebbe avere nella regione. In un paese con infrastrutture inadeguate, in molti si chiedono se il porto potrà migliorare i collegamenti anche con le province peruviane dove ci sono le miniere e i giacimenti in cui si producono le materie prime da esportare nei mercati asiatici. C’è infine il problema dei servizi pubblici, del tutto inadeguati per ora a sodisfare le domande delle persone che arriveranno a Chancay.