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Circa la libertà

di Erri De Luca
tratto da Avvenire di venerdì 19 luglio 2024

Origine della festa di Pasqua è il ricordo dell’uscita dalla schiavitù in Egitto, fissato nel libro “Esodo”. Un popolo intero si stacca dal paese più prospero di allora e dalla condizione servile.

Sperimenta la libertà che coincide con il deserto. Quella libertà non è una vacanza, ma un viaggio a mosca cieca. La severità del clima, la trasformazione da residenti a nomadi, il razionamento: più volte si manifesta in quel popolo la spinta a tornare indietro, all’assistita servitù d’Egitto, al “si stava meglio quando si stava peggio”.
 
La libertà può stancare, spaventare fino alla rinuncia. Pasqua, transito, è la condizione di ogni democrazia, che può retrocedere a monocrazia, a regime totalitario.
 
Le democrazie possono abdicare, suicidarsi per via parlamentare, senza colpi di stato militari. Le democrazie attraversano i deserti della storia. La nostra, l’italiana, non ha un Sinai cui richiamarsi, ma per tavole della sua legge ha la Costituzione.
Non fu scritta da profeti ma da padri costituenti, ispirata dalle prigioni della dittatura.
L’Italia è prodiga di doti e di antidoti, non ha da raggiungere una terra che trasuda latte e miele. Ma deve tenere presente che la libertà non è dote nuziale della Repubblica. È la continua impresa civile di proteggerla.