Ho la fortuna di possedere una copia del libro di Norberto Bobbio “Elogio della Mitezza e altri scritti morali (Collana “Aperture” edizioni Linea d’ombra – Milano 1994). Lucia nel 1994 acquistò vari volumi della collana “Aperture”, tra cui il libro di Bobbio. Li conservo gelosamente.
Riporto la premessa del libro, a beneficio dei nostri lettori, essendo lo stesso praticamente introvabile. Per chi fosse interessato, esistono altre edizioni degli scritti morali di Norberto Bobbio (Il Saggiatore 2014 – Edizioni dell’Asino 2019) ancora acquistabili in libreria o online.
Per rimanere in tema, vi segnalo inoltre un racconto fantastico di F. Dostoevskij, “La Mite”, su cui torneremo la prossima settimana.
Ecco la Premessa di “Elogio della Mitezza e altri scritti morali” a firma dello stesso Bobbio.
(RL)
Rispetto all’insieme dei miei libri di teoria giuridica e politica e di storia del pensiero politico e della cultura, era uno scritto estravagante. Ma era poi tanto estravagante che non se ne potessero trovare altri analoghi nel repertorio delle molte e molte pagine che avevo scritto in tutti questi anni? I due scopritori e curatori di quell’elogio hanno ritenuto di si. Hanno rovistato nelle mie vecchie e nuove carte ed ecco che, a un anno di distanza, hanno messo insieme questa “raccoltina” di scritti morali, che, sotto la protezione e col viatico della virtù della mitezza, compongono il libretto che, ancora una volta, Fofi propone ai lettori di “Linea d’ombra”, accogliendolo nella collana “Aperture” da lui stesso diretta.
Gli scritti prescelti sono recenti (1993 NdR), tranne uno che è stato ripreso dagli atti di un convegno filosofico, svoltosi a Palermo, nel 1960 e ormai completamente dimenticato anche da me. Sono stati divisi in tre parti.
La seconda contiene il testo di tre pubbliche conferenze di carattere divulgativo, che si potrebbero collocare nella sfera in cui etica e politica sono obbligate ad incontrarsi, sulla natura del pregiudizio, con particolare riguardo al pregiudizio razziale.
Nella terza infine sono stati riuniti alcuni scritti che considero nulla più che spunti per un dibattito, tra etica e religione, considerato dal punto di vista di chi, pur essendo rimasto entro la soglia che l’uso della ragione non consente di valicare, è convinto che in una età in cui il progresso tecnico, irresistibile e irreversibile, mette a disposizione dell’uomo strumenti che hanno aumentato la sua possibilità di diventare signore, come non mai, del mondo della natura e della storia, sia necessario non lasciare cadere il dialogo tra pensiero laico e pensiero religioso.
Di fronte ai grandi problemi mi ritengo un uomo del dubbio e del dialogo. Del dubbio perché ogni mio ragionamento su una delle grandi domande termina quasi sempre, o esponendo la gamma delle possibili risposte, o ponendo ancora un’altra grande domanda. Del dialogo, perché non presumo di sapere quello che non so e quello che so metto alla prova continuamente con coloro che presumo ne sappiano più di me.