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Suor Mary Kenneth Keller: la donna che cambiò le regole dell’informatica

di Elena Sbordoni
tratto da “Le vite degli altri” di Lucy sulla Cultura 

Se oggi qualcuno ti dicesse che non sa che cos’è un computer, penseresti a uno scherzo. Perché c’è chi odia Excel, non sa impostare tabelle di calcolo o non sa cosa sia l’ottimizzazione SEO, la SEM, ma chiunque sa usare un computer.

Eppure, quel qualcuno potrebbe aver detto una verità: usare e conoscere sono cose diverse. Tutti accendono un dispositivo, mettono una password, creano cartelle, documenti, ma quasi nessuno riesce a dire come sia possibile. Cosa si nasconde sotto la tastiera, dietro il monitor, sotto il touchpad? Come fa Word a sapere che se inizio a scrivere “dome” probabilmente sto per scrivere domenica?
 
Il primo computer della storia, il calcolatore elettronico ENIAC, risale al 1946, e fu costruito dagli ingegneri elettrici John Mauchly e John Eckert. Per darvi qualche dato, il suo peso era di 30 tonnellate e occupava una stanza di 140 metri quadrati (più del doppio di casa mia). Le persone in grado di utilizzare questo modello e i successivi erano principalmente matematici e ingegneri, dato che l’informatica, come disciplina o materia di studio, non esisteva ancora. I computer erano tenuti lontani dai più, in laboratori in cui solo persone altamente qualificate potevano accedere.
 
Qualche mese fa, scrollando la newsletter di Pietro Minto Link Molto Belli, mi sono imbattuta in un’immagine che, vista oggi, potrebbe sembrare confezionata ad hoc da un’AI. Si tratta di una fotografia dell’archivio delle Suore della Carità della Beata Vergine Maria che ritrae la loro consorella Mary Kenneth Keller, sorridente vicino a un CDC 1604, il primo computer mainframe della Control Data Corporation.
 
Il dettaglio che sicuramente colpisce di più è che la persona accanto al computer indossa una lunga tunica scura, un modestino dal collo alto e il velo preconciliare. Se pensiamo però che quel determinato modello di computer risale agli anni ‘60, forse il dettaglio che ci dovrebbe colpire di più è che accanto a esso ci sia una donna, prima che una suora.
 
Fino al 1958, infatti, le donne non erano ammesse nelle sale computer delle università negli Stati Uniti, ma in quell’anno l’Università di Dartmouth fece un’eccezione allo statuto dell’epoca per permettere a Suor Mary Kenneth di proseguire i suoi studi.
 
Suor Mary Kenneth Keller nasce a Cleveland, Ohio, nel 1913, con il nome di Evelyn Marie Keller. Quando è ancora bambina, la sua famiglia, molto modesta, si trasferisce a Chicago. Qui Evelyn si diploma all’Immaculata High School, una scuola cattolica femminile diretta dalle Suore della Carità della Beata Vergine Maria, ordine in cui in seguito verrà accolta come novizia. Nel marzo del 1933, a 19 anni, entra formalmente a far parte della comunità, e cambia il suo nome da Evelyn a Mary Kenneth.
 
Suor Mary Kenneth è una studentessa eccellente e frequenta collegi femminili a Dubuque e Chicago per concentrarsi sul suo sviluppo spirituale. La sua vocazione all’insegnamento però non passa inosservata agli occhi delle consorelle. Nel 1935, dopo aver preso i voti di povertà, obbedienza e castità, la congregazione decide di affidarle dei corsi nelle scuole elementari e superiori situate in Illinois e Iowa.
 
Per riuscire a portare avanti la propria passione per lo studio parallelamente alla carriera ecclesiastica, Suor Mary Kenneth frequenta dei corsi estivi che permettono alle suore di conseguire titoli accademici senza interrompere gli incarichi della congregazione. Frequenta l’Università DePaul di Chicago e nel 1943 si laurea in Scienze matematiche per poi ottenere negli anni successivi un master in Matematica.
 
È durante quelle lezioni estive che per la prima volta vede un computer e, come racconta, “non sono più tornata indietro.... Mi sembrava che il computer fosse lo strumento più rivoluzionario per fare matematica che potessi avere”.
 
Nel 1958 Suor Mary Kenneth diventa la prima donna a essere ammessa nel Computer Science Center dell’Università di Dartmouth, dove inizia a lavorare al linguaggio di programmazione BASIC (Beginner’s All-purpose Symbolic Instruction Code). L’obiettivo di Suor Mary e del gruppo di ricerca è creare un linguaggio che possa essere utilizzato anche dai principianti, facile da imparare, ma aperto a differenti applicazioni. Qualcosa che possa far avvicinare all’informatica anche chi di programmazione e matematica non ha conoscenze molto approfondite.
 
Prima, infatti, solo scienziati e matematici potevano utilizzare i computer attraverso l’elaborazione di custom programs, ossia sequenze complesse di istruzioni necessarie per impartire ordini precisi di esecuzione al calcolatore.
 
Quando Suor Mary Kenneth inizia l’università, l’informatica è una scienza ancora poco diffusa e studiata. I primi programmi universitari dedicati allo studio dell’informatica vengono introdotti negli Stati Uniti all’inizio degli anni Sessanta. Dato il suo grande interesse e la sua curiosità, Suor Mary si iscrive all’Università del Wisconsin-Madison.
 
Se fino a pochi anni prima per le donne non era nemmeno immaginabile avvicinarsi ai computer, macchine tenute nascoste in laboratori inaccessibili, Suor Mary Kenneth sovverte le regole diventando – il 7 giugno 1965, a oltre cinquant’anni – non solo la prima donna, ma la prima persona a ottenere un dottorato in informatica negli Stati Uniti. La seconda sarà, a distanza di ore, Irving Tang, presso l’Università di Washington.
 
Dopo aver ottenuto il dottorato, Suor Mary Kenneth viene nominata presidente di uno dei primi dipartimenti di informatica, quello dell’Università di Clarke, un college cattolico femminile fondato dalle Suore della Carità della Beata Vergine Maria a Dubuque, Iowa.  Nell’autunno del 1965, subito dopo aver assunto l’incarico – che ricoprirà per i successivi vent’anni – decide di avviare un corso introduttivo e istituisce una specializzazione in informatica, una novità assoluta per i college privati dell’Iowa.
 
Il budget del progetto però è costantemente in bilico e mantenere aggiornata la struttura informatica è una lotta continua, che catalizza gran parte del tempo e dell’impegno di Suor Mary.
 
Tuttavia, con la sua direzione sempre attenta al tema dell’educazione e al coinvolgimento delle donne nel campo dell’informatica, il programma offerto dall’università cresce fino a includere un Master in Applicazioni informatiche per l’istruzione. Suor Mary Kenneth, infatti, non si capacita di come un campo così vasto e in definizione possa essere precluso a una parte della società.
 
Secondo lei, per studiare l’informatica non è necessaria un’ampia preparazione matematica: “Il computer non commette errori ed è difficile per il proprio ego doversi assumere tutte le colpe ogni volta che qualcosa va storto. È qui che entra in gioco l’umiltà e poi si esercita la pazienza, correggendo i propri sbagli”.
 
Suor Mary è tra le prime a riconoscere l’importanza dei computer per il futuro, definendoli “il più grande strumento interdisciplinare che sia stato inventato fino ad oggi” e immaginando il loro impiego nell’istruzione e nelle biblioteche, pur consapevole delle paure suscitate dal progresso, specie in relazione alla possibile perdita di posti di lavoro. “È ragionevole stare dalla parte di coloro che sperano, ma con senso di responsabilità”, perché, dice, “l’uomo non ha sempre usato bene le sue invenzioni”.
 
Nel 1980, Suor Mary Kenneth riesce a ottenere una sovvenzione NSF (National Science Foundation) per attrezzare un laboratorio con venti microcomputer da utilizzare in classe che possono essere configurati con grafica a colori, suoni, penne luminose, plotter (una tipologia di stampante specializzata nella stampa di supporti di grande formato). Con queste attrezzature all’avanguardia, il nuovo centro informatico arriva a triplicare le sue dimensioni, passando da una singola aula a un vero laboratorio di 2750 metri quadrati.
 
Suor Mary Kenneth si dedica alla sua passione fino agli ultimi giorni della sua vita, anche quando si ammala di cancro e viene ricoverata in una casa di cura continua a lavorare, facendosi portare un personal computer, un Apple IIe, e dando lezioni individuali alle consorelle. Con il suo computer progetta un programma per organizzare i pasti della casa di cura, con menù più equilibrati dal punto di vista nutrizionale, tenendo conto come variabili di esigenze dietetiche e medicinali.
 
Dopo la sua morte, nel 1985, il centro informatico di Clarke è stato rinominato Keller Computer Center and Information Services, e fornisce supporto informatico e di telecomunicazione agli studenti, ai membri della facoltà e al personale. L’università ha anche istituito una borsa di studio in suo onore, la Mary Kenneth Keller Computer Science Scholarship.
 
Ancora oggi nel campo dell’informatica il gender gap tra uomini e donne è un fatto conosciuto, argomento di numerose ricerche a livello accademico. Secondo il Global Gender Gap Report 2023 del World Economic Forum, il numero di donne laureate in informatica o impiegate nel settore dell’ICT non solo è inferiore a quello degli uomini, ma negli ultimi anni è addirittura in calo.
 
Non sappiamo davvero come le persone imparino. 
Per la prima volta, ora possiamo simulare 
meccanicamente il processo cognitivo. 
Possiamo fare studi sull’intelligenza artificiale. 
Inoltre, questo meccanismo può essere 
utilizzato per aiutare gli esseri umani ad apprendere. 
Reagisce in modo paziente e persistente.
 
Suor Mary Kenneth Keller