testata registrata presso Tribunale di Napoli n.70 del 05-11-2013 /
direttore resp. Pietro Rinaldi /
direttore edit. Roberto Landolfi

Lou Andreas Salomè

 Riportiamo l’intervento che, la prof.ssa Virginia Varriale, docente del liceo “S. Di Giacomo”, ha tenuto il 3 dicembre 2023, presso il Centro di Alimentazione Consapevole di Napoli, su Lou Andreas Salomè, in occasione della “Festa per Lucia”.
Abbiamo già pubblicato l’intervento della prof.ssa Maria Colaizzo su Antigone, e pubblicheremo in seguito l’intervento della Prof.ssa Maria Vittoria Montemurro su Angela Putino.
La nostra Associazione, “Madrigale per Lucia”, vuole costantemente prestare attenzione ed approfondire il binomio teoria/prassi. Occasioni di riflessioni teoriche, come è stata la “Festa per Lucia” ed interventi pratici, di contesto, come testimoniato dalle 10 edizioni del Premio per le scuole, dedicato a Lucia Mastrodomenico. Premi nei quali sono stati messi a tema, argomenti di riflessione per i giovani, studentesse e studenti di licei e scuole medie, quali l’educazione sentimentale, non solo sognatrice, e l’educazione alla pace, non ingenua.
Ringraziamo Virginia, (con lei Maria e Maria Vittoria) per il contributo che costantemente  assicura al nostro impegno per tener viva la memoria di Lucia ed i suoi valori. 
(R. L.)

Lou Andreas Salomè fu definita dal grande filosofo Nietzsche “acuta come un’aquila e coraggiosa come un leone”, un essere affine al suo pensiero. Un amore sofferente, non ricambiato dalla giovane russa  e, come lui scrisse in una lettera, era simile a “uno scirocco in carne e ossa”, capace di devastarlo nel fisico e nel morale.

Chi è questa donna? Una giovane impreziosita dalla grazia e da un’anima eroica, anticonformista.
“E’ la vita che ci vive” scrisse poco prima di morire a Gottinga, durante l’ascesa della barbarie nazista.
Allora è dalla sua vita che dobbiamo partire.

Lou Salomè è ricordata di sicuro per la cerchia delle sue amicizie e dei suoi amori, tra i quali spiccano i nomi tra i massimi protagonisti della cultura: dalla vicinanza con Nietzsche al legame amoroso con il poeta Rene Maria Rilke, fino all’esperienza scientifica con Freud. Loù si gettò con entusiasmo nella vita culturale internazionale, viaggiando per tutta Europa, acuta osservatrice dei più rivoluzionari fermenti sociali e movimenti d’avanguardia. Le sue amicizie si basavano in gran parte su una forte attrazione reciproca, perché oltre a essere una donna di estrema intelligenza, era anche molto bella: era alta, slanciata, con splendidi occhi azzurri, così luminosi che Helene Klingenber scrisse: <<Quando Lou entrava in una stanza, pareva che si levasse il sole!>>. La sua vita fu tutt’altro che comune: la sua esistenza fu lunga e turbolenta, simile a una galleria di ritratti, che vanno dalla sua nascita nella Russia zarista (1861) alla morte nella Germania nazista (1937). Gli orientali dicono che la “luna ha molti volti”, anche Lou Salomè aveva molti volti.

L’origine del nome Salomè è da ricercare nella parola ebraica shalom che significa pace. Ma lei era “pura tempesta”. Ribelle fin da ragazza, un carattere forte, più ostinato dei suoi cinque fratelli più grandi. Tutte le altre ragazze s’interessavano di vestiti, di divertimenti, mentre lei sentiva il bisogno di parlare del miracolo della vita, di questa forza misteriosa che sentiva pulsare nel suo giovane corpo. Non sentiva il desiderio di acquistare quel garbo mondano che sua madre riteneva necessario per la sua futura vita di gran dama della società, per la semplice ragione che non aveva alcuna intenzione di diventare una dama della società. Certo, rifletteva sul matrimonio, ma ciò che la preoccupava era l’effetto che avrebbe avuto sulla sua libertà e sul suo diritto di sviluppare la propria personalità. Aveva ben chiaro che nel rapporto a due generalmente sarebbe stata la donna a sacrificare lo sviluppo intellettuale e a sottomettere la propria indole. Ma Lou non ne voleva sapere: se un giorno si fosse sposata, avrebbe preteso un’uguaglianza totale, un sentimento di fraternità e di comprensione. Nel suo libro Rodinka scrive: “perché conosciamo solo cavalieri, amanti o padroni? Abbiamo dimenticato di essere fratelli?”. A 17 anni lesse Kant, Kierkegaard, Rousseau, Voltaire, Leibniz, Fichte e Schopenhauer. In poco tempo assorbì come una spugna gran parte del patrimonio intellettuale dell’Occidente e poteva misurarsi con uomini intellettualmente più grandi di lei. A 19 anni si trasferì con la madre a Zurigo e seguì corsi di religione comparata, filologia, filosofia e storia dell’arte. Brillava come un diamante, ma si ammalò e aveva bisogno del clima dolce del Sud. L’Italia era la soluzione ideale. Venne a Roma e fu accolta da un’altra donna singolare Malwida von Meysenbug, una delle figure più significative del movimento femminista tedesco, impegnata per affermare i diritti della donna agli studi superiori. Malwida si legò ai capi della Rivoluzione del 1848: quando questa fallì fu costretta all’esilio. Lou era affascinata da questa donna, convinta che le donne al pari degli uomini avessero il diritto di seguire corsi di studio a livello accademico: le donne dovevano avere la possibilità di ascoltare le lezioni dei migliori professori, avere il tempo di leggere e scrivere, ma non dovevano dimenticare di essere donne, non dovevano perdere di vista i valori della loro femminilità. E grazie a Malwida Lou conobbe Nietzsche per il quale provava un sentimento contrastante, fatto di attrazione e di repulsione. Di Friedrich Lou ebbe la sensazione di una “solitudine nascosta”.

E poi ci fu la fraterna amicizia con Paul Ree e poi l’incontro con l’orientalista Carl Andreas, suo futuro marito. Per quasi mezzo secolo Lou portò il nome di Andreas e fu legalmente sua moglie, ma il matrimonio non fu mai consumato per il rifiuto continuo di lei. Lou e Andreas vivevano in due mondi paralleli, non si occupavano l’uno dell’altra, tuttavia erano uniti dal filo sottile e tenace della simpatia umana e delle comune sofferenza. Il grande amore di Lou fu il poeta Rene Maria Rilke.
Per Lou il tempo sembrava non passare, la sua bellezza splendeva ancora a 50 anni, la fonte della sua giovinezza era l’amore in tutte le sue manifestazioni: amore per la natura, amore per gli animali, amore per l’uomo. Ciò che dava fascino alla sua bellezza fisica era la vivacità dello spirito, l’intelligenza, la calda umanità.

Nel 1911 ci fu l’incontro con Freud e la psicoterapia.
Lou Salomè voleva studiare l’amore senza falsi pudori: era convinta che l’amore sessuale, la creazione artistica e il fervore religioso fossero tre aspetti differenti della medesima forza vitale. I nostri sogni più alti possono nascere dalla più terrestre delle matrici. Ogni esaltazione dello spirito porta a un’esaltazione del corpo e più un amore spirituale è intenso, più forte è il desiderio dell’unione fisica. Questo triplice aspetto della forza vitale è simboleggiato dalla triplice funzione della donna: amante- madre-madonna.
Interessante fu la sua interpretazione del mito di Narciso.
Lou rispetto a Freud, coglie nel narcisismo una duplice tendenza: verso l’Io e verso il Tutto.
Mette in secondo piano la centralità dell’io. Specchiandosi nell’acqua Narciso vede se stesso in quanto fuso con il Tutto, poiché lo specchio in cui vede la sua immagine riflessa è lo specchio della natura di cui lui stesso fa parte. Narciso sa che ciò che vede è l’oggetto della sua ricerca; in altre parole, secondo Lou, noi esseri umani cerchiamo chi possa dare a noi stessi ciò che noi stessi non sappiamo darci: l’apertura ad una dimensione fusionale con il Tutto.
All’origine della vita non c’è per Lou la perdita irrecuperabile della madre, come per Freud, ma l’esistenza reale di uno stato di pienezza originario, di fusione con il Tutto, di armonia con il cosmo con cui ci è possibile restare sempre in contatto. Lo stato originario a cui Lou pensa precede le pulsioni, ed è la meta che l’individuo tende a ritrovare attraverso l’Eros, l’estasi, l’arte e la religione e ogni forma di espressione della psiche, nutrendo una tensione narcisistica in cui l’amore di sé è un’unica cosa con l’amore per il cosmo. Mentre Freud sostiene la necessità, per la donna, di separarsi dalla madre per entrare nel desiderio del padre e dell’uomo, Lou sembra suggerire che la separazione dalla madre non sia così indispensabile per la donna (e forse neppure per l’uomo). Il “cordone ombelicale” può anche non venire mai spezzato del tutto e questo può dare frutti di fusione col Tutto fecondi sul piano artistico e creativo.

In un mondo che spingeva verso l’anonimato di massa, lei era riuscita a preservare la sua identità ben distinta, era riuscita a rimanervi fedele, ad onta di tutte le pressioni sociali e morali verso la standardizzazione. Gli argomenti che erano stati per lei di estremo interesse furono il concetto dell’essere, il problema della conoscenza, la condizione esistenziale e le circostanze che condizionano l’uomo.
Le riflessioni filosofiche erano per Lou necessarie come l’aria da respirare, non mero passatempo. E quando Jaspers e Heidegger affermavano in pieno Novecento che l’angoscia è per l’uomo il solo mezzo per penetrare nella sua autentica esistenza, lei assentiva di tutto cuore. Lou si rendeva conto di aver vissuto tutto quello che i filosofi moderni andavano insegnando.

Credo che questo connubio di vita e pensiero che Lou Andreas Salomè incarnò abbia colpito Lucia …. Ciò che unisce queste due donne di epoche diverse e con esperienze diverse è l’amore. Lucia si chiede “ma l’amore si può imparare?”, “C’è la possibilità di amare senza sottomissione dell’uno all’altro?”. L’amore non solo come sostegno e conforto. L’amore ha bisogno anche di pensiero, capace di creare cultura, il terreno su cui possa avvenire l’incontro fra culture diverse, perché la differenza fra le culture può essere interpretata anche attraverso la differenza dei sessi, che continua a rappresentare una struttura basilare in ogni cultura. Insomma pensare di risolvere il divario fra culture fuori della questione della differenza di genere ci espone al rischio di perdere l’identità umana, favorendo così il gioco dei poteri capitalistici e imperialistici che riescono sempre a imporre le loro norme a livello mondiale. La soluzione per Lucia e per ogni essere umano dotato di un cuore pensante è l’amore, che è apertura, disponibilità a ciò che è ancora a venire, rimanendo comunque fedeli a se stessi.

“A Lou Andreas-Salomé II”, Rainer Maria Rilke

Non posso ricordare. Ma quei momenti
puri dureranno in me come
in fondo a un vaso troppo pieno.
Non penso a te, ma sono per amore tuo
e questo mi dà forza.
Non ti invento nei luoghi
che adesso senza te non hanno senso.
Il tuo non esserci
è già caldo di te, ed è più vero,
più del tuo mancarmi. La nostalgia
spesso non distingue. Perché
cercare allora se il tuo influsso
già sento su di me lieve
come un raggio di luna alla finestra.

Virginia Varriale