Marguerite Duras (Saigon 1914 – Parigi
1996), scrittrice, sceneggiatrice, regista viene sovente ricordata per i suoi
romanzi di maggiore successo (L’Amante, Il Dolore, Moderato Cantabile), meno
per “La Vita Materiale”.
Posseggo una copia del libro e sovente ne rileggo brani (edizioni Feltrinelli 1987 nella traduzione di Laura Guarino).
Il libro, attualmente non reperibile sui siti internet, contiene alcuni passaggi davvero splendidi.
(RL)
Posseggo una copia del libro e sovente ne rileggo brani (edizioni Feltrinelli 1987 nella traduzione di Laura Guarino).
Il libro, attualmente non reperibile sui siti internet, contiene alcuni passaggi davvero splendidi.
Già nell’introduzione, della stessa
Duras, ne viene delineato il senso:
“Questo
libro ci ha fatto passare il tempo. dall’inizio dell’autunno alla fine
dell’inverno. Tutti i testi, tranne pochissime eccezioni, sono stati
<detti> a Jéròme Beaujour. Poi, trascritti, li abbiamo letti. Dopo averne
discusso, io correggevo i testi e Jéròme Beaujour li leggeva per conto suo.
All’inizio è stato difficile. Quasi subito, abbiamo lasciato perdere le
domande. Volevamo trattare alcuni argomenti ma abbiamo abbandonato anche
quelli. L’ultima parte del lavoro l’ho dedicata ad abbreviare i testi,
alleggerirli, placarli. Questo, di comune avviso. Nessuno dei testi, dunque è
esaustivo. Nessuno riflette ciò che penso in generale dell’argomento
affrontato, perché di niente penso qualcosa in generale, tranne che
dell’ingiustizia sociale. Al massimo, il libro rappresenta ciò che penso delle
volte, in certi giorni, di certe cose. Dunque, rappresenta anche ciò che penso.
Non sono depositaria del pensiero totalitario, voglio dire definitivo. Ho
evitato questa piaga
Questo
libro non ha inizio né fine, non ha centro. Dal momento che non vi è un libro
senza una ragion d’essere, questo non è un libro. Non è un diario, non è
giornalismo. È staccato dal quotidiano. Diciamo che è un libro di lettura.
Lontano dal romanzo, ma più vicino alla scrittura del romanzo – strano, dal
momento che è orale – che a quella dell’articolo di fondo di un quotidiano. Ho
esitato a pubblicarlo, ma nessuna formula libresca prevista o in corso avrebbe
potuto contenere la scrittura fluttuante della Vita Materiale, quell’andare e venire tra me e me, fra voi
e me, in questo nostro tempo”
Si legge, nella quarta di copertina: …Convinta che “scrivere non è raccontare
storie”, ma raccontare insieme “una storia e l’assenza di questa storia” ,
Duras apre all’empio, all’ignoto, al proibito e all’assoluto che permeano “la
vita materiale”appostati dietro il quotidiano più ovvio e familiare. La lista della spesa, i lavori domestici, i
programmi televisivi s’intrecciano a storie di ordinaria disperazione, a casi
di cronaca o casi ignorati dalla cronaca, i deliri dell’amore e dell’immaginazione
ai problemi dello scrivere, agli incubi dell’alcool. Questo libro può essere
letto come un’unica appassionante istruzione per l’uso del “caos materiale”…
Il
libro contiene 143 “letture”. Riportiamo la n. 69 “Cabourg”*
“Era
all’estremità della grande diga di Cabourg verso il porto degli yacht. Sulla spiaggia il bambino faceva volare un
aquilone cinese, come nell’Eté 80. Quel bambino stava fermo dov’era, sempre
nello stesso posto. Intorno a lui altri bambini giocavano a pallone. Eravamo
piuttosto lontani, sulla terrazza. C’era vento e stava scendendo la sera. Il bambino
era sempre fermo, tanto che la sua immobilità ci è sembrata dapprima
insopportabile, poi dolorosa. A forza di scrutare, di scrutarlo, di osservare a
fondo la sua immagine, abbiamo visto di che cosa si trattava. Il bambino aveva
tutte e due le gambe paralizzate, magre come stecchi. Qualcuno doveva certo
passare a riprenderlo. Già altri bambini se ne stavano andando. Il bambino
continuava a giocare con l’aquilone. Qualche volta si dice mi ammazzo, e poi si
continua a scrivere. Qualcuno è venuto probabilmente a riprendere il bambino
prima che facesse notte. L’aquilone in cielo segnalava il punto in cui si
trovava, non ci si poteva sbagliare.”
*Cabourg è un paese francese di circa
4000 abitanti situato nel dipartimento di Calvados, nella regione della
Normandia.