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Il lunedì sale: appuntamento d’autunno

“Utilità delle Classifiche”
 
“Gli ultimi saranno i primi” ci ricorda il noto romanziere Erri De Luca, nel pezzo che segue, tratto da “Avvenire”. Come dargli torto. Al di la dello sguardo degli intellettuali, viene da chiedersi: cosa fare affinché  possano esserlo anche in questa vita?
 
Invertire le classifiche a volte si può, ma non sempre. Il pezzo successivo tratto da “Quotidiano sanità” conferma che, nella classifica della sanità regionale, gli abitanti del meridione sono messi sempre peggio. I dati sulla mortalità evitabile sono allarmanti. Ma è tutto il Servizio Sanitario Nazionale ad esser messo sempre peggio.
Non finiremo di ricordarlo e, nel contempo, indicare piste per il suo rilancio. Si può fare, anche senza spese aggiuntive.  Ad esempio abolendo l’intramoenia e facendo transitare alla dipendenza i medici di famiglia (MMG) e i pediatri di base.
E’ difficile assai?  Si, ma si può fare. E’ certamente questione molto complessa. Serve una ferma volontà politica ed una grande capacità di trovare le giuste mediazioni.
(RL)
 
 
Classifiche
di Erri De Luca
tratto da Avvenire del 22 settembre 2024
 
Quelli chiusi nei recinti al capolinea di viaggi senza arrivo; quelli in fila davanti a una mensa per un pasto gratuito; quelli messi a lavori pesanti con salario leggero: il linguaggio corrente li definisce con un accenno di commiserazione: gli ultimi. La parola indica la graduatoria di una competizione, un risultato finale. Non è così per me. Vedo queste persone come avanguardie del presente in corso. Lo sperimentano, lo esplorano con scarsità di mezzi e attaccamento alla vita stremata. Se fossero naufraghi su un’isola disabitata, li chiameremmo resto salvato e primizia di nuovo insediamento. Le loro baracche, i loro accampamenti sono avamposti nelle intemperie, prove di sopravvivenza. Se arrivano a racimolare un risparmio lo spediscono a famiglie lontane. Chi disse: «Gli ultimi saranno i primi» intuì il capovolgimento dei fronti e la provvisorietà di ogni precedenza. Così considero le persone definite dalle cronache: ultime. Seminano invece campi e tempi difficili, dissodano il tempo futuro. Chi vuole conoscere i prossimi della specie umana, li trova presso di loro. Sono caparra e anticipo, niente a che spartire con il fondo delle classifiche.