Bilancio dell’attività dei 42 Centri di assistenza
urgenza e sui suoi effetti sui Pronto Soccorso: da novembre 2023 a giugno 2024
sono stati rilevati 230mila accessi nei Cau; nei primi sei mesi di quest’anno,
anche per effetto dell‘aumento dell’offerta di strutture, l’incremento di
accessi tra un mese e l’altro è stato mediamente pari al 23%. Donini:
"Sistema che funziona, e che può diventare punto di riferimento a livello
nazionale”.
tratto da Quotidiano Sanità del 10 luglio 2024
“In Emilia-Romagna, da gennaio a maggio 2024, i 42 Centri di assistenza
urgenza attivi hanno ridotto la pressione degli accessi in Pronto soccorso del
15,5% per i codici bianchi e del 9% per i codici verdi. Una costante riduzione
della pressione sui Ps, dato che solo due mesi fa le stesse percentuali, con un
numero inferiore di Cau sul territorio, erano di circa la metà”. A fare il
punto è la Regione Emilia-Romagna, in una nota in cui illustra il bilancio
dell’attività dei Cau, pensati e realizzati per rispondere alla gran parte dei
bisogni e delle urgenze a bassa complessità clinica e assistenziale dei
cittadini e alleggerire, così, anche la pressione sui Pronto Soccorso. Il
bilancio è stato presentato anche in conferenza stampa a Bologna dall’assessore
alle Politiche per la salute, Raffaele
Donini.
Per il 2024 si prevedono 400mila accessi ai Cau, su un totale di 1,8/2 milioni al Pronto soccorso
+ Cau. “Se si confrontano i dati gennaio-maggio di quest’anno con quelli dello
stesso periodo del 2019 (ultimo anno utile considerato che dal 2020 fino ai
primi mesi del 2023 i Ps hanno affrontato l’emergenza Covid), il calo è ancora
più consistente: gli accessi di codici bianchi e verdi in Pronto soccorso sono
passati, infatti, da 142 a 97 per 1.000 abitanti (-32%)”, spiega la Regione. Complessivamente,
considerando tutti i codici, gli accessi in Ps da gennaio a maggio 2019 erano
stati 180 per 1.000 abitanti, contro i 159 dello stesso periodo 2024
(-21%).
“E le previsioni sono altrettanto buone, considerando che stanno aumentando
i Cau attivi su tutto il territorio regionale: ad oggi sono 42 e saliranno a 50
entro il 2024”.
“La riorganizzazione dell’emergenza urgenza - sottolinea Raffaele Donini - sta dando i suoi frutti. Nei primi cinque mesi di quest’anno è evidente
il calo di accessi in Pronto soccorso a favore, invece, dei Cau, che
capillarmente coprono il territorio regionale. Il sistema sta funzionando,
grazie anche al lavoro del personale sanitario e ai cittadini che hanno
compreso quanto sia importante accedervi in modo appropriato. Per
l’Emilia-Romagna è una sfida, un modello innovativo di sanità che vuole
continuare a erogare cure e servizi di qualità e ad essere pubblica ed
universalistica. Un modello che può diventare punto di riferimento a livello
nazionale”.
Secondo i dati elaborati dalla Regione che ha messo a confronto il periodo gennaio-maggio
2024 con lo stesso periodo del 2019, grazie ai Centri assistenza urgenza gli
accessi di codici bianchi e verdi in Pronto soccorso sono diminuiti in tutta
l’Emilia-Romagna, in particolare: in provincia di Piacenza sono calati del 45%
(da 149 accessi per 1.000 abitanti nel periodo gennaio-maggio 2019 a 82 nello
stesso periodo del 2024), in quella di Parma del 52% (da 111 a 53), in quella
di Bologna del 33% (da 168 a 113). E ancora in provincia di Ferrara del 37% (da
140 a 88), a Imola del 34% (da 119 a 78), in Romagna del 27% (da 139 a 102), in
provincia di Reggio Emilia del 29% (da 117 a 83) e in quella Modena del 19% (da
153 a 124).
Da novembre 2023 a giugno 2024, sono stati rilevati 230mila accessi nei
42 Cau attivi in Emilia-Romagna.
Nei primi sei mesi di quest’anno, anche per
effetto del costante aumento dell’offerta di strutture, l’incremento di accessi
tra un mese e l’altro è stato mediamente pari al 23%.
Stabile all’83% la percentuale di persone che
trovano assistenza e cura direttamente all’interno della struttura. I tempi di
attesa sono mediamente pari a 45 minuti, con accessi prevalentemente in orario
diurno (82%). Nel 68% dei casi sono persone tra i 18 e i 64 anni. Per quanto
riguarda il personale medico impiegato nelle strutture, nei Centri di
assistenza urgenza lavorano circa 480 medici, dei quali il 61% ha meno di 35
anni e il 50% è specializzando.
I Cau sono stati istituiti dalla Regione per gestire le urgenze a bassa
complessità, continuando a mantenere in capo
ai Pronto soccorso le emergenze.
Queste le prime otto cause per cui i cittadini in questi primi cinque mesi del 2024 si sono rivolti
ai Centri di assistenza urgenza: 22,18% lesione o dolore agli arti e contusioni;
10,96% tosse, congestione, mal di gola o febbre; 5,71% dolore addominale; 4,6%
eritema/problemi cutanei; 3,7% lombalgia; 3,05% otalgia; 2,22% richiesta di
prescrizione; 1,52% cefalea/emicrania.