Moltissime
sono state le sensazioni e le emozioni che hanno preceduto e poi seguito i
fatidici esami di maturità che, nonostante le riforme e gli stravolgimenti
degli ordinamenti scolastici riescono, fortunatamente, a mantenere intatto il
loro valore nella vita di ciascuno di noi che li ha affrontati.
Per una classe di un liceo campano, gli esami di maturità hanno avuto l’amaro di una perdita, quella della professoressa di lettere che si spegne all’improvviso nel mezzo dell’anno scolastico, lasciando orfana l’intera classe che da allora non l’ha mai più dimenticata al punto che alla fine degli esamii suoi alunni hanno voluto essere accompagnati al cimitero, per ringraziare quella professoressa che li aveva lasciati all’improvviso ma che loro avevano continuato a sentire vicina. Ce lo racconta con grande sensibilità una collega della docente scomparsa, la professoressa Enza Picone,in un bell’articolo a firma di Angelo Agrippa, pubblicato sul Corriere del Mezzogiorno del 2 luglio di quest’anno. Alla fine degli esami i ragazzi della V consegnano ai professori una lettera nella quale esprimono tutta la loro gratitudine ma anche lo “stupore” per la consapevolezza del passaggio di addio all’adolescenza. ”E’ una verità universalmente riconosciuta che gli alunni odiano la scuola, eppure nelle ultime settimane scolastiche mai prima d’ora abbiamo desiderato di restare avvinghiati a quelle sedie e a quei banchi.L’ultimo appello, l’ultimo compito, l’ultima interrogazione, l’ultimo giorno, l’ultima campanella… e poi tutto termina” è quanto scrivono i ragazzi, ed in particolare il loro pensiero è rivolto a quell’insegnante che non c’è più, della quale non potranno mai dimenticare la gentilezza e la leggerezza con cui illuminava le loro giornate dando loro necessario sostegno.
“Quando la scuola funziona gli adolescenti sono in grado di sviluppare sensibilità e capacità emotive profonde, accogliendo il dolore per trasformarlo in crescita matura e consapevole. E la foto che ritrae i ragazzi attorno alla tomba di Michela Ferrante (la prof scomparsa n.d.r.) è anche il mio personalissimo orgoglio; nessuno si è lamentato del voto ricevuto ma tutti mi hanno chiesto di essere lì, l’ultima volta con loro, in silenzio, con gli occhi lucidi, ciascuno con il proprio ricordo". È quanto ci racconta la professoressa Picone che ha accompagnato i ragazzi sulla tomba dell’insegnante e li ha ritratti in una intensa fotografia.
E’
una storia triste ma edificante, una lezione di umanità semplice e possente,
che nello scatto che ferma il gesto, segna lo struggimento di un età di
passaggio che diviene robusta base d’appoggio per la vita solo se scaturita da
relazioni irripetibili con i propri Maestri.
Maria Vittoria Montemurro
Per una classe di un liceo campano, gli esami di maturità hanno avuto l’amaro di una perdita, quella della professoressa di lettere che si spegne all’improvviso nel mezzo dell’anno scolastico, lasciando orfana l’intera classe che da allora non l’ha mai più dimenticata al punto che alla fine degli esamii suoi alunni hanno voluto essere accompagnati al cimitero, per ringraziare quella professoressa che li aveva lasciati all’improvviso ma che loro avevano continuato a sentire vicina. Ce lo racconta con grande sensibilità una collega della docente scomparsa, la professoressa Enza Picone,in un bell’articolo a firma di Angelo Agrippa, pubblicato sul Corriere del Mezzogiorno del 2 luglio di quest’anno. Alla fine degli esami i ragazzi della V consegnano ai professori una lettera nella quale esprimono tutta la loro gratitudine ma anche lo “stupore” per la consapevolezza del passaggio di addio all’adolescenza. ”E’ una verità universalmente riconosciuta che gli alunni odiano la scuola, eppure nelle ultime settimane scolastiche mai prima d’ora abbiamo desiderato di restare avvinghiati a quelle sedie e a quei banchi.L’ultimo appello, l’ultimo compito, l’ultima interrogazione, l’ultimo giorno, l’ultima campanella… e poi tutto termina” è quanto scrivono i ragazzi, ed in particolare il loro pensiero è rivolto a quell’insegnante che non c’è più, della quale non potranno mai dimenticare la gentilezza e la leggerezza con cui illuminava le loro giornate dando loro necessario sostegno.
“Quando la scuola funziona gli adolescenti sono in grado di sviluppare sensibilità e capacità emotive profonde, accogliendo il dolore per trasformarlo in crescita matura e consapevole. E la foto che ritrae i ragazzi attorno alla tomba di Michela Ferrante (la prof scomparsa n.d.r.) è anche il mio personalissimo orgoglio; nessuno si è lamentato del voto ricevuto ma tutti mi hanno chiesto di essere lì, l’ultima volta con loro, in silenzio, con gli occhi lucidi, ciascuno con il proprio ricordo". È quanto ci racconta la professoressa Picone che ha accompagnato i ragazzi sulla tomba dell’insegnante e li ha ritratti in una intensa fotografia.