Sulla Croisette è arrivato Paolo Sorrentino con la sua ultima pellicola.
tratto da Sole 24 ore Cultura del 22 maggio 2024
E venne il
giorno di “Parthenope”: al Festival di Cannes è stato presentato il nuovo film
di Paolo Sorrentino, unico regista italiano in lizza per la Palma d’oro.
Nonostante sia
un beniamino della kermesse francese, erano nove anni che Sorrentino non
portava un suo lungometraggio sulla Croisette. Nel 2015 fu “Youth”, ma in
precedenza il regista partenopeo era già stato in concorso altre cinque volte,
da “Le conseguenze dell’amore” (2004) a “La grande bellezza” (2013), tra le
quali va ricordata la vittoria del Premio della Giuria nel 2008 con “Il divo”.
Al centro c’è la
storia di una donna, la Partenope del titolo, di cui seguiamo la vita, dalla
nascita negli anni Cinquanta fino ai giorni nostri. Non è una sirena e non è un
mito, forse, ma il suo viaggio esistenziale ha il sapore della grande epica.
Tra realismo e
leggenda, Partenope si chiama come la sua città e la sua storia sarà
costantemente associata a quella del golfo di Napoli, un luogo dell’anima e uno
spazio della memoria in questo film che lo rappresenta in tutta la sua
bellezza, ma anche nelle sue contraddizioni.
Dopo “È stata la
mano di Dio” (2021), film splendido e profondamente autobiografico, Sorrentino
torna così a raccontare la sua città natale che non era più stata ambientazione
dei suoi lavori dai tempi dell’esordio al lungometraggio con “L’uomo in più”.
Sorrentino
costruisce un personaggio femminile di straordinario spessore, una giovane
amata da tutti, alla perenne ricerca di un proprio posto nel mondo, che vedrà
disgregarsi la sua famiglia a causa di un tragico evento che la segnerà per
sempre.
Emozioni forti.
È un vero e
proprio vortice emotivo questa pellicola che unisce nostalgia per il passato ed
eccitazione per il futuro, momenti estremamente vitali e altri dai toni
malinconici e disperati.
Sorrentino gioca
forte col simbolismo e dà vita a un prodotto coraggioso e suggestivo,
affascinante nella messinscena e forte di alcune sequenze davvero da pelle
d’oca, che confermano il suo talento e il suo coraggio audiovisivo.
Sorprende per
intensità la protagonista Celeste Dalla Porta, ma il cast funziona decisamente
bene nel suo complesso. Tra i tanti volti noti in scena, sono presenti inoltre
Gary Oldman, Silvio Orlando e Luisa Ranieri.
Un film che merita di entrare nel palmarès finale del festival.