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Scalare la montagna [vincitore X edizione Premio Lucia Mastrodomenico]


Cominciamo la pubblicazione degli elaborati dei vincitori della X edizione del “Premio Lucia Mastrodomenico”, con lo scritto di Angela Germino, vincitrice per l’I.C. "A. Custra" (scuola media).

(NdR)

“Scalare la montagna”

Nulla è irraggiungibile o impossibile, si può arrivare ad ogni obiettivo, anche se davanti a noi c’è una montagna ripidissima da scalare, basta non guardare in basso e non ripetere gli errori del passato, ma volgere lo sguardo al futuro rimanendo nel presente, per mettere la bandierina di vittoria sulla cima della montagna.

L’integrazione è una di quelle montagne piena di contraddizioni da superare passo dopo passo.Al giorno d’oggi integrare altre etnie e culture è ancora molto complicato poiché ci sono persone ancora convinte che il “diverso” sia un delinquente o addirittura un mostro. L’ignoranza genera paura e la paura genera odio. Molte persone, purtroppo, hanno ancora oggi nel 2024 la convinzione di rientrare in categorie superiori. Sulla base di principi senza fondamento pronunciano parole e compiono azioni gravissime che possono incidere pericolosamente sulla vita di altre persone.

Giocando a pallavolo sono stata profondamente colpita dalla vicenda di Paola Egonu: nazionale di pallavolo 2022, lei, una giocatrice italiana, considerata una delle migliori schiacciatrici a livello mondiale, arrivò al punto di voler mollare tutto per colpa dei tantissimi commenti razzisti da cui fu assalita. Questa grandissima atleta mentre giocavala sua partita è crollata in un pianto a bordocampo con il suo manager dicendo “Non puoi capire, non puoi capire, mi hanno chiesto perché sono italiana, questa è l’ultima partita con la Nazionale.”

Io, da pallavolista, mi sono sentita male, perché il suo sfogo rivelavatutta la frustrazione che l’assaliva in quel periodo. Per me è inaccettabile che una ragazza possa ritrovarsi in queste condizioni, esausta, quando il gioco per lei dovrebbe solo essere un momento liberatorio e gioioso e invece si è ritrovata sopraffatta dagli insulti, e questo perché? Perchénonostante la sua forza, la sua determinazione, nonostante fosseun elemento fondamentale per la squadra, la sua pelle scura la rendeva sbagliata agli occhi di quanti hanno aspettano il primo errore, il momento “no” per assalirla concommenti che non c’entrano nulla con lo sport. Voi trovate un senso logico in questa frase? “Hai la pelle scura quindi non sai giocare a pallavolo, fai schifo.” Io per niente.

Io penso che il relazionarsi con persone diverse da noi sia una fonte di ricchezza: scopri le loro abitudini, i modi di fare, le usanze, le culture, ma soprattutto le loro storie che, se ascoltate con il cuore, possono colpire nel profondo donando insegnamenti importanti. La scienza dimostra che tutti siamo uguali anche con un colore di pelle diverso, apparteniamo tutti alla stessa specie, quella dei Sapiens.La storia dovrebbe averci insegnato che la chiusura nei conforti del diverso genera catastrofi, come testimoniano le guerre che hanno caratterizzato il secolo scorso.

Nella mia vita esiste un’amicizia molto forte con un ragazzo, Samuel, lo conosco da anni, ci siamo sempre stati l’uno per l’altro, in ogni situazione, anche quando il nostro rapporto ad un tratto è cambiato noi c’eravamo sempre l’uno per l’altra. È il fratello che vorrò proteggere anche quando lui non vorrà più il mio bene, anche se potrà capitare che dopo la scuola non ci sentiremo più, lui rimarrà sempre nel mio cuore, perché abbiamo provato ogni tipo di emozione insieme, qualcosa che solo noi conosciamo.Gli starò sempre un passo indietro per proteggergli le spalle e ogni volta che vorrà potrà chiamarmi e io sarò sempre lì ad ascoltarlo, a gioire per ogni suo traguardo, anche se piccolo, io sarò in prima fila a supportarlo. È il ragazzo più delicato che conosca, un po’complicato, ma ha un cuore di zucchero, bisogna solo comprenderlo. Non lo ringrazierò mai abbastanza per tutte le risate, i pianti e gli esaurimenti che mi ha fatto e mi continua a far vivere.

Eppure Samuel ha una cosa diversa da me, qualcosa a cui mai avevo dato peso: la sua pelle è scura. Ma non mi ha mai derubato, maltrattato, abusato, truffato. Samuel mi fa camminare dal lato del marciapiede e lui da quello della strada, mi apre la porta e mi fa passare per prima, mi porta lo zaino se pesa troppo, mi dà la sua merenda se io la dimentico, mi porta le caramelle, raccoglie i fiori da terra e me li regala, per trovare la mia felpa mischiata tra le altre riconosce il profumo, mi abbraccia se piango, viene a vedermi alle partite facendo sempre il tifo per me. Nonostante abbia la pelle scura Samuelè il ragazzo più puro che io conosca ed è per i piccoli gesti che fa ogni giorno che non lo ringrazierò mai abbastanza. Vorrei che tutti potessero vedere Samuel con i miei occhi perché si renderebbero conto che non è il colore a fare una persona.

Bisogna iniziare ad avere uno dei più grandi segni d’intelligenza: saper cambiare opinione. E’ questo per me l’atto più nobile che possa esistere, riconoscere i propri errori per non commetterli più e “adattarsi” alle nuove generazioni e al loro modo di pensare riconoscendo gli errori passati ed aprendo le porte a tutte le persone che ne hanno bisogno.

Per riuscire a far cambiare idea a chi crede che il diverso sia orribile, bisogna far valere sempre le proprie opinioni, uscendo fuori dal coro, diventando il solista della situazione, urlare più forte di quanto gli altri riescono a fare, lottare concretamente per la giustizia di persone che subiscono le cose peggiori che la vita possa riservare e che rimangono in silenzio, subendo tutto. Bisogna non avere paura di dire la propria, anche se il gregge va contro, perché quella montagna bisogna scalarla, anche se si incontra una pietra davanti che farà fare qualche passo indietro, bisogna non arrendersi mai e sudare per far valere le proprie ragioni, mostrando fermezza e fierezza in quello che viene detto.

Un esempio di tutto ciò l’ho ritrovato nel libro di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso: “Non chiamateli eroi”, una raccolta di biografie importanti: Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Don Pino Puglisi, Lea Garofalo, Peppino Impastato, Libero Grassi, Giorgio Ambrosoli, persone che hanno sacrificato la vita pur di dire la propria, non fermandosi mai, nonostante la consapevolezza di andare incontro alla morte, perché sapevano ciò che stavano facendo e sapevano anche di agire in nome della giustizia. Queste persone hanno scalato la montagna, sono arrivate fino in cima. Ed è il loro esempio che intendo seguiree voglio credere sempre che “Tutto è possibile persino l’impossibile”.

Angela Germino