tratto da Famiglia Cristiana del 02/02/2024
Giotto, Presentazione di Gesù al Tempio, Cappella
degli Scrovegni, Padova
Cade il 2 febbraio,
esattamente 40 giorni dopo il Natale. È la festa liturgica
della Presentazione al Tempio di Gesù, raccontata dal vangelo di Luca
(2,22-40), e popolarmente detta “candelora” perché in questo giorno si
benedicono le candele, simbolo di Cristo luce del mondo come viene chiamato il
Bambino Gesù dal vecchio profeta Simeone: «I miei occhi han visto la tua
salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le
genti e gloria del tuo popolo Israele». La stessa frase, peraltro, è ripetuta
nella preghiera di compieta che chiude la giornata.
La festa delle luci ebbe origine in Oriente con il nome di “Ipapante”, cioé
“Incontro”. Nel secolo VI si estese anche all'Occidente: da Roma, dove aveva
carattere più penitenziale, alla Gallia con la solenne benedizione e
processione delle candele che ha dato il nome alla festa: “candelora”,
appunto. Questa festa chiude le celebrazioni natalizie e con la
profezia di Simeone alla Vergine Maria («anche a te una spada trafiggerà
l'anima») apre il cammino verso la Pasqua.
La purificazione
della Vergine Maria
Per un periodo
questa festa era dedicata alla Purificazione della SS. Vergine Maria, in
ricordo del momento, narrato al capitolo 2 del Vangelo di Luca, in cui Maria,
in ottemperanza alla legge ebraica, si recò al Tempio di Gerusalemme, quaranta
giorni dopo la nascita di Gesù, per offrire il suo primogenito e compiere il
rito legale della sua purificazione. La riforma liturgica del 1960 ha
restituito alla celebrazione il titolo di "Presentazione del Signore",
che aveva in origine. Secondo l'usanza ebraica, infatti, una donna era
considerata impura del sangue mestruale per un periodo di 40 giorni dopo il
parto di un maschio e doveva andare al Tempio per purificarsi: il 2 febbraio
cade appunto 40 giorni dopo il 25 dicembre, giorno della nascita di Gesù.
Anticamente questa festa veniva celebrata il 14 febbraio (40 giorni dopo
l'Epifania).
Secondo Beda il Venerabile la processione della Candelora sarebbe un
contrapposto alla processione dei Lupercalia dei Romani, e una riparazione alle
sfrenatezza che avvenivano in tale circostanza.
tratto da “L’Unità” del 1 febbraio 2024
La Candelora si celebra 40 giorni dopo
il Natale. Si tratta di una festività tra il religioso e
il profano e simboleggia la fine dell’inverno e l’arrivo
della primavera. Sin dalle tradizioni più antiche è una
data propizia per riti che invocano fecondità e fertilità. Una data legata
anche a proverbi e alle previsioni
meteo.
Quando è la Candelora: il 2 febbraio
2024
Il giorno della candelora è il 2
febbraio, la data in cui per la Chiesa cattolica è avvenuta la presentazione
di Gesù al tempio che avveniva 40 giorni dopo la
nascita secondo quanto prescritto dalla Legge giudaica per i primogeniti
maschi. Nel calendario tridentino la festa è chiamata “Purificazione della
Beata Vergine Maria”. La festa viene osservata anche dalla Chiesa ortodossa e da
diverse chiese protestanti. Ma ha anche radici molto antiche, nella tradizione
popolare e nei riti pagani. Antiche fiaccolate rituali già si facevano
nei Lupercali che avvenivano intorno alla metà di
febbraio. Ma papa Gelasio I (492-496) ottenne dal Senato l’abolizione dei
pagani Lupercali, che furono sostituiti dalla festa cristiana della Candelora.
Nel VI secolo la ricorrenza fu anticipata da Giustiniano al 2 febbraio, data in
cui si festeggia ancora oggi.
Significato della candelora
Nella celebrazione si benedicono
le candele, e da qui il termine Candelora. Le candele
sono infatti il simbolo di Cristo “luce per illuminare le genti”, come il bambino
Gesù venne chiamato dal vecchio Simeone al momento della
presentazione al Tempio di Gerusalemme. Man mano la festività prese sempre più
un carattere mariano richiamando la purificazione della Madonna.
Negli Stati Uniti nella stessa data c’è la “festa della marmotta”.
Il proverbio della Candelora e il meteo
Alla Candelora sono legati alcuni proverbi che
darebbero indicazioni sulle previsioni meteo dei mesi in arrivo. In Calabria,
dopo questa festa, si pronosticano altri 40 giorni prima dell’esplosione della
bella stagione, a Trieste si dice che se la
Candelora “viene con sole e bora siamo fuori dell’inverno, se viene con pioggia
e vento, siamo ancora dentro l’inverno”. A Bologna gli
anziani ne sono certi: “Il giorno della Candelora, che nevichi o piova,
dall’inverno siamo fuori, ma se c’è il sole ne avremo ancora per un mese
almeno”.
Filastrocca veneta
Il proverbio veneto più famoso sulla
Candelora dice: ” quando vien la Candelòra de l’inverno semo fora, ma se piove
o tira vento ne l’inverno semo drento“. Che vuol dire che se il giorno della
Candelora c’è bel tempo, si dovranno aspettare ancora diverse settimane perché
l’inverno finisca e arrivi la primavera, invece, se alla Candelora il tempo è
brutto, la primavera sta già arrivando. Un po’ come gli americani nel giorno
della “Festa della marmotta” guardano verso la tana del piccolo animale: se
esce e il tempo è nuvoloso, l’inverno finirà presto; se invece c’è il sole si
spaventerà vedendo la sua ombra e correrà di nuovo nella sua tana. Questo
significa che l’inverno continuerà per altre sei settimane.
La tradizione della Candelora a
Montevergine
In Campania la tradizione della Candelora è legata alla Madonna, in particolare quella di Montevergine, Santuario in cima alla montagna nell’avellinese. Una celebrazione molto sentita dalla comunità Lgbt che festeggia con un pellegrinaggio a ritmo di musica delle tarantelle. Si chiama “La juta dei femminielli” e celebra da decenni Mamma Schiavona, la “Grande Madre”, la madonna nera di Montevergine, di ‘femminielli’ e persone LGBTQ+. Il 2 febbraio, giorno della Candelora, si apre il ciclo delle “Sette Sorelle”, ovvero le sette festività dedicate ad altrettante Madonne campane che si dice siano legate all’iconografia delle sette Sibille. Si racconta che il culto mariano s’innesta sul cultodella “Grande Madre”, creando un punto di connessione tra sacro e profano, apollineo e dionisiaco. E così ogni anno si ripete la tradizione.