tratto da Lucy sulla Cultura del 16.02.2024
All’incirca
quattro anni fa, all’età di 70 anni e in un periodo storico impietoso, moriva
di covid Luis Sepúlveda. Lo scrittore cileno, mai davvero amato dalla critica
sudamericana ma popolarissimo in tutta Europa, è stato un fenomeno editoriale
degli anni Novanta. Ma se da noi ormai tutti conoscono quel vecchio
che leggeva romanzi d’amore, molti non sanno che il merito è di una sagace
donna francese: Anne Marie Métailié.
Quando si passeggia per le vie parigine, si ha la sensazione di poter vedere solo la superficie, l’esterno della città, dei bâtiments a sei, sette piani che crediamo nascondere vite meravigliose e inaccessibili, anche se spesso non sono altro che esistenze strette in tane di tredici metri quadri, nei cunicoli mansardati. A volte ci si riesce a intrufolare nei cortiletti interni e li si scopre contornati da facciate sbeccate, da scale disordinate e poco intuitive, che hanno però l’assurda pretesa di sostituire un comodo ascensore. Uno di questi cortiletti, nel luminoso VI arrondissement, sulla rive gauche, ospita la sede di Editions Métailié.
Anne Marie Métailié è una signora minuta ed elegante, di quell’eleganza che sembra propria solo del popolo francese, senza eccessi e senza sforzo. Ha quasi ottant’anni, ma è difficile crederlo.
Da ragazza, Anne Marie studia Lingue e linguistica a Parigi, per poi iscriversi alla facoltà di Scienze Politiche. Inizia a lavorare alla Maison des Sciences de l’Homme come ricercatrice e diviene assistente del sociologo Pierre Bourdieu, che le propone di condurre uno studio sulla funzione dell’editore in ambito intellettuale. Métailié sceglie come referente e informatore Jérome Landon, direttore e fondatore delle iconiche Editions De Minuit. Dopo oltre cinquanta ore di interviste e dialoghi, gli aneddoti e i sermoni di Landon convertono la giovane ricercatrice, che nel 1975 decide di fondare Editions Métailié.
“Enchanté, Monsieur Métailié”,
“Désolé, si sbaglia, io sono solo lo chauffeur. Editions Métailié, c’est Madame” .
Negli anni Settanta in Francia le case editrici a direzione femminile sono ancora un’inconsistente minoranza, Anne Marie lo sa bene ma questo non la scoraggia dal dare il proprio nome al progetto. Di fronte all’imbarazzo dello stampatore, probabilmente le tornano in mente i moniti di chi, conoscendo gli ostacoli imprenditoriali per una donna, ha provato in quei mesi a dissuaderla. Eppure, in un curioso incastro di fraintendimenti e preconcetti, entra nella stanza un’altra donna, che Métailié ricorda come “alta e ben vestita": è la moglie dello stampatore e la responsabile delle finanze dell’impresa. Non sapremo mai cosa la spinse a scommettere su quella gracile trentenne parigina, se l’amore per l’azzardo o magari un fugace abbozzo di alleanza femminile. “C’est bien, va bene. Stamperemo i tuoi libri a un prezzo di favore, ma devi fare una promessa: non fallire, réussis!”.
E così, un po’
per caso e un po’ per scommessa, Éditions Métailié prende vita. Le prime
pubblicazioni sono di carattere sociologico, il primissimo testo è Nus,
feroce et anthropophages di Hans Staden, sull’incontro tra un
mercenario tedesco e la popolazione dei Tupinambas in Brasile. Ma la
letteratura straniera entra presto in catalogo, a partire dagli autori
brasiliani mai o mal tradotti che Anne Marie aveva studiato in lingua originale
all’Università, Machado de Assis e Carlos Drummond de Andrade.
Il progetto editoriale intanto si sviluppa, cresce, si apre a lingue e narrazioni diverse. Poi, in un nebbioso ottobre di fine anni Novanta, poco dopo la rentrée littéraire, Anne Marie incontra una storia. Forse è più opportuno dire che è una storia a imbattersi in Anne Marie. In francese useremmo il verbo tomber, cadere. Una storia cade su Anne Marie Métailié. E lei la raccoglie.
La Fiera del libro di Francoforte del 1991 non ha nulla di diverso dalle edizioni precedenti. In uno dei rituali aperitivi di quei giorni o forse una mattina tra i tavoli disordinati di un bar, Anne Marie viene fermata da un’agente letteraria tedesca, una delle tante che incontrerà in quei giorni. Frettolosa, le mette tra le mani un libricino rilegato male, le pagine di carta scadente quasi si scollano dalla copertina. Il titolo, in caratteri verdi acido, si legge a stento: Un viejo que leía novelas de amor di tale Luis Sepúlveda.
Un viejo que leía novelas de amor aveva vinto nel 1988 il premio
Tigre Juan della città di Oviedo, senza però venire pubblicato. A inizio anni
Novanta il giornalista cileno Juan Pablos Cárdenas conosce Sepúlveda a casa
della giornalista tedesca Anna Petersen ad Amburgo, dove l’autore si era
trasferito nel 1979. Nel 1990 Cárdenas pubblica Un viejo que leía
novelas de amor a Santiago del Cile, per la casa editrice Emisión. La
donna che cerca di attirare l’attenzione di Anne Marie Métailié a Francoforte nel
1991 è proprio Petersen e l’edizione che le dà in mano è quella cilena, ormai
ritirata dal mercato dopo lo scarso interesse ottenuto.
È l’ultimo giorno di fiera e l’editrice deve rientrare a Parigi. Il volo è in ritardo di qualche ora: inizia la lettura distratta del romanzetto quasi per caso, seduta al gate, per ingannare l’attesa dell’imbarco. Al momento dell’atterraggio chiama Petersen: “Compro i diritti!”.
L’editore e scrittore serbo Vladimir Dimitrijević diceva che un buon editore dev’essere traghettatore e giardiniere. Métailié è decisa, appassionata, lungimirante: commissiona subito la traduzione ma non è convinta, non la soddisfa, quel passaggio al francese non fa onore allo stile di Sepulveda, non va bene, è da rifare. Lo traduce lei, di nuovo, quasi integralmente: con la cura e la meticolosità che si deve al proprio giardino. Quando presenta il testo al commerciale della casa editrice, la prendono in giro: troppo entusiasta, come sempre. Quante copie potrà mai vendere un esordio straniero, ignorato anche in patria? Ma Anne Marie ha deciso di scommettere e scrive a mano, una a una, centocinquanta lettere personali rivolte ad altrettanti librai francesi, a cui allega qualche capitolo del manoscritto. “Lo sapevo. I librai funzionano come me: amano le storie alla follia”.
Al Salon du Livre di Parigi, qualche settimana dopo, solo cinque di quei centocinquanta librai hanno letto il romanzo di Sepulveda. Ma saranno sufficienti l’entusiasmo di quei cinque e un fortuito passaparola per accrescere la deflagrante curiosità dell’editoria francese. In una settimana vengono vendute 3000 copie e il libro va subito in ristampa. All’uscita della prima recensione sulla stampa francese, Le vieux qui lisait des romans d’amour ha già venduto 36.000 copie. In un anno si venderanno 90.000 copie. Era il 1993 e solo in quel momento, dopo il successo francese, Luigi Brioschi, direttore editoriale della casa editrice Guanda, decide di acquisire i diritti per la traduzione italiana.
Métailié pubblicherà tutte le opere di Sepúlveda fino alla sua morte, il 16 aprile 2020.
L’incontro tra Anne Marie Métailié e Luis Sepúlveda cambia inaspettatamente la vita di entrambi: la casa editrice acquista finalmente uno spessore nel panorama francese e internazionale. L’autore viene conosciuto in tutto il mondo e i suoi romanzi diventano bestseller nel giro di pochi mesi. Padre di Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare e de Il mondo alla fine del mondo, Sepúlveda verrà tanto amato dal pubblico quanto rimproverato dalla critica latinoamericana (e non) per le sue narrazioni leggere, per un linguaggio che non tenta nemmeno di nascondere una morale ritenuta spesso spicciola. Ma le sue storie si assicureranno l’affetto del pubblico, con una tenerezza che guida i lettori e gli permette di tenersi stretto il successo.
Tra l’editrice e lo scrittore cileno nasce un’amicizia intensa, che porta subito alla luce la generosità impegnata di Sepúlveda. Nel 1999, per celebrare i vent’anni di Editions Métailié, Luis chiama Anne Marie: vuole portare in un tour francese gli autori sudamericani del catalogo Métailié. Sa che la sua presenza attirerà un pubblico numeroso e crede sia una perfetta occasione per far conoscere i giovani autori esordienti. Partono in sei con un furgoncino, è Sepúlveda a guidarlo. A Montpellier sono più di trecento le persone che li accolgono applaudendo quella strana combriccola. “Potete applaudire una volta ancora? Nessuno ha mai applaudito per me” chiede Anne Marie emozionata. Ci sarà un altro applauso e un altro e uno ancora.
Oggi Editions Métailié è conosciuta per la sua ricerca letteraria internazionale, con oltre quattrocento autori in catalogo, di cui più dell’80% esordienti. Tra gli altri, Métailié porterà l’opera completa di Camilleri in Francia. Nonostante l’acquisizione da parte del gruppo editoriale Seuil nel 2009, l’autonomia del progetto e delle scelte editoriali di Anne Marie continuano a perseverare nell’esplorazione di nuove voci e nuove storie.