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La Decima del Premio e la scuola Russo

Consiglierei una Rivoluzione Sentimentale. Di tutte le rivoluzioni o riforme, plebee o aristocratiche, proletarie o borghesi, culturali o morali, nessuna è mai stata progettata come sentimentale. Forse perché i sentimenti, intesi come rapporti tra le persone(…) sono reputati di genere femminile. (Luigi Pintor “La Signora Kirchgessner” – ripreso da Viola Ardone “Una rivoluzione sentimentale”)

 

L’edizione 2023 /2024 del Premio per le scuole dedicato a Lucia Mastrodomenico sarà la Decima. Quando abbiamo iniziato, al Liceo Vico di Napoli, 10 anni fa, forse non ci saremmo aspettati un così lungo percorso. Percorso lungo e affascinante che ci ha consentito di conoscere valorose insegnanti ed illuminate Presidi (anche se non si chiamano più così); principalmente non ci saremmo aspettati di incontrare ragazze e ragazzi, non solo capaci di produrre elaborati sorprendenti (scritti, disegni, video), ma capaci di esprimere una sensibilità, una qualità umana e relazionale che ci lascia ben sperare per il futuro.

Non si reputano, i giovani di oggi, come migliori rispetto a quelli delle generazioni precedenti. Anzi, a sentire politici, presunti esperti, giornalisti, gli attuali giovani, tra i 12 ed i 19 anni, sarebbero assai peggio di quelli delle generazioni precedenti. Tutti soggiogati dai dispositivi elettronici, massificati, un po’ inebetiti dagli smartphone e dall’incapacità dei loro genitori di sottrarli al dominio dei diabolici dispositivi. Forse, sarà anche un po’ così, ma non è certo questa la regola.

Chi scrive, non ha mai ritenuto che i cambiamenti, le trasformazioni sociali, si possano realizzare a seguito di rivolgimenti realizzati da grandi masse di persone. Personalmente ho sempre creduto nel ruolo delle avanguardie, di piccoli gruppi che, raccogliendo ed interpretando il malessere di tanti, per cose che non vanno, riescono ad individuare e realizzare progetti, piste per innovare, migliorare la qualità della vita, delle relazioni, dell’ambiente che ci circonda.

In questi dieci anni di vita del Premio, dedicato a Lucia, abbiamo incontrato tantissime ragazze e ragazzi che potremmo individuare come futuri apripista, come persone che ci lasciano ben sperare per il futuro.  Molti di loro, ormai all’Università o inseriti nel mondo del lavoro, tra fughe e precariato, staranno certamente cercando di praticare le cose di cui tante volte abbiamo discusso negli incontri realizzati a scuola (ed online nel periodo della pandemia). Di portare avanti cioè, nella loro mente e nel loro cuore,  i temi cari a Lucia e farne oggetto di battaglie di vita : la cura delle relazioni; la forza delle donne, per le donne, che migliora la vita anche degli uomini;  un sistema di valori fondato su eticità, sostenibilità, affiancamento dei più vulnerabili.

I mass media tutti, dai giornali, alle televisioni al web, si accaniscono sulle notizie di cronaca che evidenziano omicidi, stupri, violenze addizionali. Mettendo i giovani al centro di una spirale che li vede colpevoli di delitti (cui troppo spesso purtroppo non corrispondono pene adeguate). Si tratta, in ogni caso, di singoli episodi, di minoranze disperate e violente, cui quasi sempre, la famiglia non è stata in grado di garantire il fisiologico supporto educativo nei primi anni di vita.

Poi esiste la maggioranza dei giovani, come sempre silenziosa. Ma esistono anche tanti meravigliosi giovani che hanno voglia di partecipare, cambiare, lottare per un mondo migliore, come ci ricorda papa Francesco, unico leader mondiale ad avere una sconfinata fiducia nelle giovani generazioni.

Nel nostro caso (si parva licet componere magnis) i giovani che hanno partecipato alle nove edizioni del Premio dedicato a Lucia, sono potenzialmente avanguardie rivoluzionarie, che proveranno a cambiare il mondo e a renderlo migliore. Da alcune ed alcuni di loro abbiamo imparato molto, nel corso di questi anni: tant’è che il gruppo di lavoro del Premio, formato da insegnanti, medici, volontari, è cresciuto qualitativamente ed è intenzionato a continuare per realizzare anche la Decima. Migliorando, cosa sicuramente possibile, il lavoro che andiamo svolgendo.

Come ci dimostra la proposta della Prof. Maria Costagliola, insegnante della “Russo” che ha intenzione di ampliare la partecipazione delle ragazze e ragazzi della scuola, di individuare “tappe intermedie”, tra dicembre ed aprile, di discussione con le studentesse e gli studenti.  Compresa una passeggiata a Calitri (Av), il paese dove Lucia era nata e dove riposa, per far comprendere quanto le radici Irpine hanno influenzato il pensiero e le opere della scrittrice napoletana.

Ed allora: grazie a Maria Costagliola e a tutte le altre insegnanti, medici, volontari che si stanno impegnando per una Decima, che si svolga ancor meglio delle precedenti edizioni.

Questo è, quanto meno, ciò che ci auguriamo!                                                           

RL