Mentre costruisco ipotesi e
azzardo scenari e
mi prefiguro cambiamenti,
mi accorgo
di usare gli stessi colori e le stesse parole
di questo vecchio mondo.
Con cura ridisegno i contorni
con cura impasto i colori,
azzurro cobalto per il cielo
verde smeraldo per il mare
e poi sollevo zolle,
le ammorbidisco
e pianto alberi e fiori
e ritaglio specchi d’acqua,
lì ci passano le nuvole,
corrono svelte e
trascinano trascinano
stagioni su stagioni.
Ogni animale soffre senza colpa.
Ogni animale gode di ciò che ha.
Non ci sono gerarchie
ma tutti i pezzi vanno a incastro
senza forzare
senza imbrogliare
con naturalità.
Lui non porta Lei,
insieme camminano camminano
e si scambiano vedute.
Bambini e bambine disegnano
e ispirano architetti
che creano Bellezza,
un luogo dove tutti si ritrovano.
C’è chi infila perle
e segna lo scorrere del tempo
e non si stanca
perché come i pesci fluisce nella corrente.
C’è chi pulisce le foglie di ogni pianta
e non si stanca
perché come quelle riluce ogni giorno.
C’è chi legge a ogni angolo di strada
e non si stanca
perché raccoglie le storie di tutti
e fra quelle cerca la sua.
Si piange e si ride
si ascolta e si accoglie.
Siamo come formiche in fila,
si fanno corridoi
e nascono percorsi
ma non ci sono vicoli ciechi,
tutte le file s’incrociano
e si uniscono ogni volta
e formano così un unico anello.
Sognando un altro mondo.
Virginia Varriale