Riprendiamo da Ponza Racconta, la dichiarazione del Presidente dell’ANPI, sui rischi di eventuali modifiche della Costituzione, condividendone appieno le motivazioni.
Non si tocchi la Costituzione Repubblicana del 1948, che, per settant’anni, ha consentito l’esercizio della democrazia in Italia.
Non si modifichi la Costituzione Repubblicana del 1948, firmata da Enrico De Nicola, capo provvisorio dello Stato eletto dall’Assemblea Costituente. Umberto Terracini, Presidente dell’Assemblea Costituente, Alcide De Gasperi, capo del Governo.
Chi sarebbero i firmatari delle eventuali modifiche? Reggerebbero il confronto?
Avranno la consapevolezza dei loro limiti?
È giusto non fidarsi: basta vedere i danni provocati, alla grande maggioranza degli italiani, dalla modifica del titolo V della Costituzione introdotta nel 2001.
È necessario avere alto il livello di attenzione affinché non siano introdotte ulteriori modifiche. Occorre non abbassare la guardia, resistere, vigili e informati. Continueremo a farlo offrendo spunti di riflessione alle nostre lettrici e ai nostri lettori.
Cominciamo col segnalare il documentato e utile scritto di Luca Serianni “Il testo della Costituzione e la padronanza linguistica” (doi: 10.12828/100689) Scuola democratica (ISSN 1129-731X) Fascicolo speciale, maggio 2021, reperibile sul web (la Redazione)
Anpi: i pericoli di presidenzialismo e autonomia differenziata
Si cominciano a delineare le posizioni dei partiti per le prossime elezioni. Mentre nella vasta zona che va dal centro- destra di Calenda e Renzi alla sinistra di Fratoianni e Bonelli passando per il PD si è ancora alla costruzione delle alleanze, a Destra le idee sono chiarissime. Fra le varie proposte, come la flat tax che abbassa le tasse per i ceti più agiati e non tocca quelle dei meno abbienti, ci sono anche l’introduzione del Presidenzialismo e l’autonomia regionale differenziata, i cavalli di battaglia rispettivamente di Fratelli d’Italia e della Lega. Questi due cambiamenti implicano interventi rilevanti sulla Costituzione che subirebbe un vero scardinamento negli aspetti istituzionali e sociali. Il presidente nazionale dell’ANPI, Gianfranco Pagliarulo, è fra i primi ad esprimere le sue preoccupazioni, con una dichiarazione pubblicata sul sito dell’ANPI e che qui, integralmente riportiamo.
Nelle prime riunioni della coalizione di destra sono stati fissati due punti programmatici, il presidenzialismo e l’autonomia differenziata, in base a una logica di scambio fra FdI e Lega. Questo programma prevede lo scardinamento della Costituzione, a partire dall’elezione del Presidente della Repubblica a suffragio universale e diretto. Vorrebbe dire affidarsi a un “uomo forte”, abolire la funzione del Presidente come custode e garante e trasformarlo nel rappresentante di una parte, eletto dopo un’aspra competizione elettorale. L’autonomia differenziata, oltre a rompere l’unità nazionale, aumenterebbe in modo esponenziale e irreversibile le diseguaglianze azzerando il principio di solidarietà e quello di eguaglianza (art. 2 e 3 della Costituzione). Per contrastare la dilagante sfiducia e delusione, per salvare l’Italia, occorre fare l’esatto contrario: restituire poteri e autorevolezza al parlamento con una legge elettorale che lo renda davvero rappresentativo, promuovere autonomie locali e Regioni in chiave di reciproca solidarietà e non di competizione.
Una delle caratteristiche della iniziata battaglia elettorale sarà certamente l’uso improprio di molte parole d’ordine, come la parola “riforma” che da sola non significa niente. Chi parla di riforme dovrebbe spiegare in cosa consistono e non lasciare indovinare a proprio piacimento agli elettori. Travolti dall’estate avremo poco tempo per riflettere seriamente sulle proposte che verranno fatte, ma cerchiamo di comprenderle per non risvegliarci il 25 settembre con un forte senso di frustrazione per aver scelto secondo gl’interessi altrui a danno dei propri.