La guerra che verrà
non è la prima.
Prima ci sono state altre guerre.
Alla fine dell’ultima c’erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente faceva la fame.
Fra i vincitori faceva la fame la povera
gente egualmente
(segnalata da Maria Colaizzo)
Scrivendo della sua esperienza sulla devastazione della prima guerra mondiale, il noto “Sul fronte occidentale” del poeta edoardiano Alfred Noyes parla dal punto di vista dei soldati sepolti in tombe contrassegnate da semplici croci, chiedendo che la loro morte non sia vana.
La lode dei morti non era ciò di cui i morti avevano bisogno, ma la pace fatta dai vivi.
Un estratto:
Noi che giaciamo qui, non
abbiamo più niente da pregare.
Con tutte le tue lodi siamo sordi e
ciechi.
Potremmo non sapere mai se
tradisci
La nostra speranza, per rendere la
terra migliore per l’umanità.
(segnalata da Maria Colaizzo)
Poesia sulla Pace (di Gianni Rodari)
Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola
a mezzogiorno.
Ci sono cose da fare di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
e orecchie per sentire.
Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno, né di notte,
né per mare, né per terra
per esempio, la guerra.
(segnalata da Virginia Varriale)