“Ius Scholae, circa 6 italiani su 10 vogliono la
riforma. Segnali positivi dagli elettori di Forza Italia e Lega. A
sorpresa più di 1 su 3 tra quelli di Fratelli d’Italia sono aperti al
cambiamento”
Una delegazione ActionAid oggi ha incontrato il Presidente Mattarella al Quirinale e ha espresso l’auspicio di veder realizzata in Italia la riforma della Legge sulla cittadinanza per i ragazzi e le ragazze cresciute nel nostro Paese
Roma, 24 giugno – In vista
dell’approdo alla Camera della discussione dello “Ius Scholae”, che riconosce
la cittadinanza italiana ai figli di persone straniere nati o cresciuti in
Italia dopo aver completato 5 anni di scuola, ActionAid presenta i risultati
del sondaggio realizzato da Quorum/Youtrend per conoscere cosa pensano gli
italiani sulla riforma. Questa mattina durante l’incontro al Quirinale con il
Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione dei 50 anni della
Federazione Internazionale di ActionAid, grazie all’intervento dell’attivista
Ada Ugo Abara, l’organizzazione ha espresso l’auspicio di veder realizzata la
riforma della legge sulla cittadinanza per i ragazzi e le ragazze cresciute nel
nostro Paese.
Il Sondaggio. Gli italiani non conoscono i criteri
proposti dalla Riforma dello Ius Scholae, il 62% non sa in cosa consiste la
legge sulla cittadinanza che andrà in esame alla Camera. C'è una forte
ignoranza sul tema che rivela come il fenomeno e il dibattito nell’opinione
pubblica e nella politica sia condizionato da scarsa consapevolezza e posizioni
ideologiche. Infatti, una volta conosciuti i dettagli della riforma, circa 6
italiani su 10 sono a favore della attuale proposta Ius Scholae. Un fronte
ampio di consensi che travalica le appartenenze partitiche e attraversa anche
il centro destra: il 48% degli elettori della Lega è d'accordo con lo Ius
Scholae, il 35% tra chi si dichiara elettore di Fratelli d'Italia e il 58%
degli intervistati di Forza Italia. Oltre a un amplissimo fronte favorevole tra
tutti gli altri elettori, c’è una forte apertura alla riforma proprio negli
schieramenti che in Parlamento invece sono estremamente negativi e si oppongono
al testo di Legge.
Più consapevolezza significa più apertura. Il numero reale di quanti
studenti senza cittadinanza frequentano le scuole italiane è ignoto alla
stragrande maggioranza degli intervistati (solo l'11% indica la cifra
approssimativa corretta). Quando vengono a conoscenza del numero reale degli
studenti coinvolti dalla Riforma (1 su 10 oggi frequenta le nostre scuole ma
non ha cittadinanza, 877mila in totale) la percentuale dei favorevoli si amplia
ancora e chi era scettico cambia percezione: in totale il 37,6% degli
intervistati è colpito positivamente. È interessante notare come la conoscenza
del fenomeno nei suoi aspetti concreti porti a polarizzare le posizioni in
seno all'elettorato di centro destra: su chi vota Lega c’è un 25% che si
dichiara più favorevole alla riforma e un 17% meno propenso, tra gli elettori
di Fratelli d'Italia il 20% si dice più a favore e il 28% esprime maggiore
scetticismo, in Forza Italia si rafforzano del 34% le opinioni di chi è a
favore e solo il 15% si dichiara meno favorevole. Questo a segnalare che nel
blocco che va dal centro alla destra più conservatrice la riforma apre un
dibattito e fa schierare una parte significativa degli elettori a favore dei
diritti per i giovani nuovi italiani cresciuti in Italia. Fra le
difficoltà incontrate dai giovani senza cittadinanza quella considerata più
grave dagli italiani (65% di risposte) riguarda la mancata presa d'atto della
loro stabile presenza nella società italiana: “Non sentirsi riconosciuti nel
Paese in cui si vive fin da bambini e temere di non potervi rimanere per
difficoltà lavorative dei genitori”.
“Tutti i partiti sono chiamati a prendere una
posizione sullo Ius Scholae in Parlamento, questo sondaggio ci dice chiaramente
che c’è un fronte trasversale tra gli italiani che vuole riconoscere il diritto
alla cittadinanza per ragazze e ragazzi che vivono in Italia e frequentano la
scuola. Nonostante il testo dello Ius Scholae non tocchi molti aspetti cruciali
che producono discriminazioni per l’accesso alla cittadinanza, l’approvazione
della Riforma sarebbe un segnale importante, capace di produrre effetti
positivi. Per molti minori la qualità della vita potrebbe migliorare
significativamente. Inoltre, sarebbe la prima modifica strutturale della legge
n. 91 del 1992. A trent’anni di distanza questa sarebbe la dimostrazione che la
legge sulla cittadinanza può essere cambiata, perché l’Italia è cambiata: è
arrivato il momento di una stagione politica nella quale la legge sulla
cittadinanza può essere riscritta nel suo complesso per ampliare il
riconoscimento dei diritti. Dal sondaggio infatti emerge che il 63% degli italiani
sarebbe a favore anche di un riconoscimento immediato della cittadinanza per
i bambini nati in Italia da genitori stranieri” spiega Francesco
Ferri, migration advisor ActionAid Italia.
“Oggi è un giorno di grande speranza e significato, lo
Ius Scholae arriva alla Camera e ho avuto la possibilità di parlare con il
Presidente della Repubblica della riforma. Ora una persona cresciuta in Italia
e ancora senza cittadinanza ha l’opportunità di parlare con il Capo dello
Stato: era impensabile per la generazione dei nostri genitori poter rivolgere
le proprie istanze ai massimi livelli, questo è esemplificativo dei passi in
avanti che il nostro Paese ha fatto, segno della partecipazione attiva delle
persone con background migratorio. Oggi c’è bisogno di coraggio per superare i
giochi di forza tra partiti e far uscire dall’invisibilità quasi un milione di
giovani senza cittadinanza” dichiara Ada Ugo Abara,
attivista della Rete per la cittadinanza di cui fa parte anche ActionAid.