Papa
Francesco ha concesso un’ampia intervista all’agenzia di stampa argentina
Télam. Ad intervistarlo la presidente dell’organo d’informazione Bernarda Llorente.
Stralci dell’intervista sono pubblicati sul quotidiano “Avvenire” del 2 luglio 2022, consultabile sul sito www.avvenire.it.
Bergoglio
parla della sua esperienza di vita, del suo
papato (nel 2023 ricorreranno 10 anni dalla sua elezione). Afferma che
va rivisto il concetto di “guerra giusta”, si sofferma sull’impotenza dell’ONU.
Delle riforme del Pontificato dice: “Non mie ma stabilite prima del Conclave”.
“Da un’emergenza
non si esce da soli, ma correndo rischi e prendendo l’altro per mano. Ho
fiducia nei ragazzi ma non basta protestare. Devono anche trovare il modo di
farsi carico dei processi sul futuro”.
“Bergoglio non
avrebbe mai immaginato di finire qui. Mai. Sono arrivato in Vaticano con una
valigetta, con i vestiti che avevo addosso e poco più. Da quando sono diventato
papa alcune persone mi dicono che sono diventato più misericordioso. Nella mia
vita ho avuto periodi rigidi. Poi ho capito che non si può seguire quella
strada”
“Non confondiamo
il populismo con il popolarismo. Se vuoi sapere cosa prova un popolo, vai in
periferia. È lì che si mostra il popolo. Serve una politica a partire dal
popolo che non è populismo”
Queste
alcune frasi riprese dalla lunga intervista. Nulla che già non si sapeva, si
potrebbe obiettare. Una conferma certo della capacità di Francesco di essere
coerente con ciò che ha pensato, scritto e fatto nei 9 anni del suo
pontificato. Una autorevolezza, una coerenza, una determinazione che lo hanno
certamente mostrato per quel che è stato ed è: un leader mondiale tra i più
amati e più apprezzati, dai cattolici, dai seguaci di altri religiosi, dai
laici.
Riportiamo le ultime due domande (e risposte) dell’intervista, in cui cita una canzone napoletana e si sofferma sul ruolo del padre:
Sente
di essere cambiato molto da quando è Papa?
“Alcune persone mi dicono che le cose che stavano germogliando nella mia personalità sono venute in superficie. Che sono diventato più misericordioso. Nella mia vita ho avuto dei periodi rigidi, in cui ho preteso troppo. Poi ho capito che non si può seguire quella strada, che bisogna saper guidare. È questa la paternità che ha Dio. C’è una canzone napoletana molto bella che descrive cosa sia un padre napoletano. Dice < il padre sa cosa ti succede, ma fa finta di non saperlo >. Questo saper aspettare gli altri è proprio di un padre. Sa cosa ti sta succedendo, ma fa in modo di farti andare da solo, ti aspetta come se nulla fosse. È un po’ quello che oggi criticherei di quel Bergoglio che, in qualche tappa, non sempre, come vescovo, è stato un po’ più benevolo. Ma nella tappa da gesuita è stato molto severo. E la vita è molto bella con lo stile di Dio, di saper sempre aspettare. Sapere, ma far finta di non sapere e lasciare che maturi. È una della saggezze più belle che la vita ci regala”
La
trovo bene, Francesco. Avremo Papa Francesco ancora per un po’?
“Lasciamo che lo
dica Lui lassù”
Così termina l’intervista della Llorente a papa Francesco.
Il
padre sa cosa ti succede, ma fa finta di non saperlo. Questo saper aspettare
gli altri è proprio di un padre. Sa cosa ti sta succedendo, ma fa in modo di
farti andare da solo, ti aspetta come se nulla fosse. Sapere, ma far finta di
non sapere e lasciare che maturi. È una delle saggezze più belle che la vita ci
regala.
Un
sentiero etico, di cittadinanza, un insegnamento per tutti noi (RL)