(segnalato da Virginia Varriale)
Chagall ha dipinto
numerose scene legate alla tradizione cristiana. Nel 1938 esegue una crocifissione e, a partire
dallo stesso anno, comincia a dipingere La Madonna del Villaggio. Nel 1940, mentre si trova temporaneamente rifugiato a Gordes,
in Provenza, per sottrarsi all'avanzata dei nazisti
dall'Olanda e dal Belgio in direzione della Francia, continua a lavorare su questa tela
ambiziosa ridipingendo alcune parti già abbozzate.
Il quadro viene poi
terminato nel 1942, a New York. In
alto, a destra, c'è l'autoritratto di Chagall
che scende verso una Vergine con il Bambino in braccio, circondata da angeli cantori, da un suonatore alato di shofar
(strumento musicale che annuncia la pace e la
gloria), da un personaggio con i fiori e da una mucca volante che suona il violino (strumento per eccellenza dell'ebreo errante e richiamo al dipinto Solitudine del
1933).
Tutte queste figure sono messaggeri di pace, di amore e di libertà.
La Madonna di proporzioni monumentali, in abito da sposa, che fluttua nel mondo celeste,
è un'immagine rivendicata dalla Chiesa cattolica. La sua veste nuziale può essere un riferimento
alla mitologia ebraica, che associa la “Diletta” celebrata nel poema biblico,
il Cantico dei cantici
del re Salomone,
alla fidanzata attesa dalla comunità
ebraica nel giorno dello Shabbat. La gigantesca
candela accesa, che illumina il villaggio
ai suoi piedi, è per Chagall l'insegna
della pace, del calore e della speranza,
un simbolo della presenza di Dio. Dal punto di vista cromatico,
la composizione si divide in tre parti:
dorato, azzurro,
verdastro. La figura bianca della Madonna, che è dipinta sullo sfondo
azzurro e che sfiora, in alto, la parte
dorata, è una reminiscenza della
pittura del Trecento.
Pittura caratterizzata dalla
monumentalità dei personaggi biblici immersi in uno spazio celeste-oro,
caratteristico dell'universo divino e
sacro.