Lo sport ci insegna che differenza c’è tra gruppo e squadra. Mauro Berruto (già allenatore della nazionale italiana di pallavolo) allena una squadra di campioni per raggiungere tre obbiettivi: la lotta all’abbandono scolastico, alla povertà alimentare, alla violenza contro le donne. Riportiamo di seguito un pezzo tratto da “Avvenire” del 11 novembre 2021 (NdR)
Alleno la supersquadra che cerca tre supergol
Cosa hanno in comune oltre sessanta atleti e atlete di
oggi e di ieri, di discipline diverse, individuali o di squadra? Cosa possono
avere in comune campioni come Filippo Tortu, Vanessa Ferrari, Marcel Jacobs,
Cristina Chirichella, Fausto Desalu, Gabriella Dorio, Alessandro Campagna,
Silvia Salis, Carlo Molfetta, Giulia Quintavalle, Giuseppe Gibilisco, Giusy
Malato, Niccolò Campriani, Maurizio Damilano, Miriam Sylla, Mauro Bergamasco,
Tania Di Mario, Vito Dell'Aquila? Sicuramente hanno messo insieme una montagna
di medaglie, ispirato, fatto emozionare generazioni intere di tifosi e
contribuito a diffondere, per quel sano principio di imitazione che i campioni
sanno innescare, la cultura della pratica sportiva e del movimento. Insomma,
oltre ad aver portato lustro al nostro Paese hanno contributo a renderlo
migliore, più attivo, più sano.
Tuttavia questo grande gruppo di atleti (i nomi citati sono, come detto, una
piccola rappresentanza) ha certamente ricevuto così tanto dallo sport che ha
deciso che è arrivato il momento di andare oltre e restituire. Come dicono gli
americani: learn, earn, return. Così, con una disponibilità incondizionata,
tutti questi campioni hanno risposto "presente" a una splendida
intuizione di Fabio Pagliara, già segretario generale della Federazione
Atletica Leggera e, annullando le differenze di disciplina, di spazio e di
tempo sono diventati una vera e propria squadra. La differenza fra
"gruppo" e "squadra" non è solo una definizione che si
trova nei manuali di formazione manageriale, ma un movimento che si attiva
quando un "gruppo" di persone si riconosce intorno a un obiettivo e
si trasforma in "squadra" nel momento in cui i singoli componenti
decidono di mettere a disposizione il proprio talento per un risultato comune.
In questo caso gli obiettivi li ha distribuiti Action Aid Italia,
organizzazione che si batte per un mondo più equo e giusto, e sono addirittura
tre: la lotta contro abbandono scolastico, povertà alimentare e violenza contro
le donne. Tre supergol.
Per la prima volta, un gruppo così numeroso di atleti si è compattato attorno
alla difesa dei diritti di tutti e ha deciso di "fare squadra" per
sostenere delle campagne finalizzate a realizzarlo davvero questo cambiamento
tanto evocato. La credibilità nello sport non nasce dalle vittorie, ma
dall'impegno quotidiano per inseguire un risultato o, ancora meglio, un sogno.
Ma i sogni diventano realtà con il lavoro quotidiano e la passione, gli stessi
strumenti che aiutano a raggiungere importanti cambiamenti, anche sociali.
La Squadra del Cambiamento di Action Aid e gli atleti che la compongono
incarnano questa visione e io sono felice di aver risposto senza esitazione
alla proposta di esserne "l'allenatore". Insomma, dopo tanti anni, e
con grande orgoglio, mi rimetto la tuta e ringrazio questi campioni, fra i
quali 19 medaglie d'oro olimpiche, che hanno messo la loro faccia a
disposizione e pubblicato già oltre 200 contenuti video sui temi citati sui
loro profili social, coinvolgendo più di tre milioni di utenti. I grandi
cambiamenti si realizzano anche così. Per effetto domino.
Mauro Berruto “Avvenire” del 10 novembre 2021