La crisi epocale e mondiale dovuta alla pandemia da Covid 19 ha ampliato le diseguaglianze tra uomini e donne mettendo a nudo alcune fragilità del nostro sistema sociale, economico e sanitario.
Il prezzo più alto in questo periodo è stato pagato e continua ad esserlo dalle donne, nonostante abbiano dimostrato resilienza nella gestione dei tempi di lavoro e familiari e della cura
In questi mesi i settori di lavoro più cruciali, a partire dalla sanità, sono quelli in cui la maggior parte dei lavoratori è costituita da donne.
L’emergenza epidemiologica da Covid 19 ha ulteriormente evidenziato le discriminazioni presenti nella nostra società e nel mondo del lavoro che incidono già in maniera significativa nella nostra società. Il divario sull’occupazione femminile è aumentato tra nord e sud con un ampliamento della differenza di remunerazione tra uomini e donne (gender pay gap), e d’altra parte con la ricaduta della cura dei figli soprattutto sulle donne dovuta al lungo periodo di chiusura in presenza delle scuole; le donne di fatto surrogano il welfare con la cura degli anziani e dei disabili, infine la diffusione dello smart working, ha aumentato il tempo di lavoro delle donne.
Nonostante la messa in campo della strategia del governo di utilizzare la cassa integrazione per tutti i tipi di imprese ed il blocco dei licenziamenti fino al mese di giugno 2021, molti sono stati i posti di lavoro persi dai giovani e soprattutto dalle donne che occupavano posti precari e temporanei. Il mancato rinnovo dei contratti ha interessato oltre 10 milioni di lavoratori e lavoratrici (77,5% del totale).
Il calo della natalità è ormai costante da 50 anni, come in Giappone, per la mancanza di politiche di sostegno alle famiglie; con una ripresa negli anni 2000 che la crisi economica del 2008-2009 ha poi fermato fino al colpo finale inferto dalla pandemia.
Una politica occupazionale basata sulla parità di genere, non può prescindere dalla implementazione delle misure atte a favorire l’equilibrio di genere e dal contrasto alle discriminazioni ed alla violenza sulle donne. E’ in aumento spaventoso la violenza sulle donne in famiglia, ad oggi rileviamo nel nostro Paese sedici femminicidi dall’inizio dell’anno.
Tra le proposte del documento approvato dalla Commissione Femminicidio del Senato relativamente alle azioni da prevedere nel Recovery Plan per prevenire e contrastare la violenza sulle donne,sono previste specifiche agevolazioni fiscali e contributive in favore delle aziende che assumono donne in uscita dalla violenza, e l’adozione del reddito di libertà,che dovrebbe essere accompagnato da un numero maggiore di politiche attive per agevolare l’accesso al lavoro.
Non mancano la necessità di una efficace politica di prevenzione della violenza di genere attraverso l’educazione nelle scuole e nelle Università e di protezione attraverso il rafforzamento della rete dei centri antiviolenza e la medicina territoriale.
Quali strumenti per la ripresa dell’occupazione femminile dopo la pandemia?
Una prima risposta è dalla legge di bilancio n. 178 del 30 dicembre 2020 per quanto riguarda il sia sostegno alle famiglie che alla occupazione femminile.
Infatti per quanto riguarda le misure per le famiglie sono stanziati 3 miliardi di euro per l’assegno unico per i figli (da luglio 2021), e 5,5 miliardi per il 2022; 15 miliardi per le detrazioni fiscali e gli assegni al nucleo familiare. A questi fondi va a sommarsi il bonus bebè, riconosciuto per i bambini nati o adottati dal primo gennaio al 31 dicembre 2021.Saranno interessate circa 11 milioni di famiglie. Il sostegno non solo per i dipendenti pubblici e privati, ma anche per gli autonomi, i liberi professionisti, i disoccupati e gli incapienti.
È previsto il prolungamento del congedo di paternità da 7 a 10 giorni ed è stato aumentato il fondo per la famiglia ( comma1 art. 19 della legge 248/2006)che prevede da un lato 500 mila euro in più per il 2021 da destinare alle associazioni che si occupano di assistenza dei genitori che hanno subito gravi disagi psicologici e/o sociali, e 50 milioni di euro per 2021 da destinare al sostegno delle misure organizzative adottate dalle imprese per sostenere il rientro delle madri lavoratrici dopo la maternità e favorire la conciliazione vita lavoro.
Importante le risorse stanziate ad incrementare il fondo per il riconoscimento dell’attività di cura non professionale svolta dai caregiver familiare (75 milioni) per l’assistenza ai disabili e anziani e il contributo per sostenere le madri sole con figli*
Fondo di solidarietà comunale in relazione al numero dei posti per gli asili nido.
E’ chiaro che tutte queste misure avranno un impatto positivo sull’occupazione femminile.
Quali prospettive per l’imprenditoria femminile?
Per l’Imprenditoria Femminile sono stati stanziati 40 milioni per il mondo dell’imprenditoria femminile per gli anni 2021 e 2022. Obiettivo: promuovere e sostenere l’avvio e il rafforzamento dell’imprenditoria femminile. Il sostegno alle imprese guidate da donne è importante soprattutto nei settori green e in generale nell’economia circolare, in agricoltura, in turismo e cultura.
Per quanto riguarda l’occupazione femminile è previsto lo sgravio contributivo al 100% per le assunzioni a tempo indeterminato di giovani e donne nel biennio 2021-2022 in particolar modo al Sud.
La lavoratrice assunta deve rientrare nelle seguenti tipologie:
Disoccupazione di almeno 24 mesi, disoccupata da almeno 12 mesi e con almeno 50 anni età.
Priva di impiego da almeno 6 mesi
Senza paletto di età se residente al Sud.
anche le assunzioni a tempo determinato sono incentivate con la decontribuzione al 50%.
Una novità importante per superare il gap salariale tra uomini e donne (uomini a tempo pieno retribuito 52,3% e il 24,1% di donna con una forbice di differenza del 79%.) è stato istituito il Fondo per il sostegno della parità salariale di genere per un budget di 2 milioni di euro.
Inoltre è stato approvato recentemente il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) presentato dalla ministra per il Sud e consegnato a Bruxelles per spendere 13,5 miliardi dei React, cioè l’iniezione aggiuntiva di risorse prevista dall’Unione Europea per contrasto alla pandemia, da spendere entro il 2023 .Tra i progetti fiscalità di vantaggio per il lavoro del Sud , bonus assunzioni giovani 340 (di cui 40 per il Sud) Bonus assunzioni donne 126 (di cui 50 per il Sud) Borse di studio per studenti meritevoli e in condizione di difficoltà economica (43 per il sud).
Infine il Il Decreto Sostegni, approvato il 19 marzo2021 dal Consiglio dei Ministri su proposta del premier Mario Draghi, e dei Ministri Franco e Orlando ha introdotto misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all’emergenza da Covid19.
Il Decreto Sostegni contiene numerosi interventi in materia di lavoro e contrasto alla povertà e sono stati stanziati 32 miliardi per intervenire su:
sostegno alle imprese e agli operatori del terzo settore
lavoro e contrasto alla povertà
salute e sicurezza
sostegni agli enti territoriali
Per quanto riguarda il lavoro e contrasto alla povertà prevede:
la proroga del blocco dei licenziamenti fino al 30 giugno 2021
rifinanziamento per 400 milioni di euro del fondo sociale per l’occupazione e la formazione
una indennità di 2400 euro per i lavoratori stagionali e a tempo determinato e un importo variabile tra i 1200 e 3600 euro per i lavoratori sportivi
Il rifinanziamento nella misura di 1 miliardo di euro del reddito di cittadinanza e rinnovo di ulteriore tre mensilità del Reddito di emergenza e ampliamento dei beneficiari
Incremento di 100 milioni di euro del Fondo straordinario per il sostegno degli enti del terzo settore
Proroga interventi per i lavoratori in condizioni di fragilità.**
Bisogna cogliere l’occasione nella progettazione economica sociale dei tavoli istituzionali territoriali nel rilancio del Recovery Plan, auspicandola partecipazione di tutti i soggetti istituzionali e non, coinvolti in questa rinascita del Paese e della Regione Campania.
Occorre puntare a rimuovere l’ostacolo fondamentale della piena realizzazione delle risorse femminili per l’occupazione e in particolare ridurre il sovraccarico di lavoro familiare dovuto allo scarso investimento in infrastrutture sociali e in politiche di conciliazione che ha fatto delle donne il pilastro del nostro sistema welfare. La sfida è aperta, certo se non raggiungeremo gli obiettivi, avremo perso l’ennesima occasione per il fare il salto di qualità nella valorizzazione dei diritti delle donne e della libertà femminile.
Luisa Festa
*(fonte Ufficio Nazionale Consigliere di Parità)
**( fonte Ministero del Lavoro)