L’esempio della sanità in Calabria, la nomina del Commissario (tre dimissioni in pochi giorni) da il senso della piccola Italia in cui viviamo, governata sempre in modo insufficiente, dove la politica non si coniuga mai con l’etica politica. Perché non individuare un (meglio una) Commissario calabrese per la Calabria? Possibile che non esistano in Calabria tecnici validi, capaci ed onesti? Le altre regioni del sud che sono uscite dal commissariamento, ne sono uscite dopo aver mandato a casa i vari inappropriati commissari nominati dal governo. Vorrà pure significare qualcosa. Il governo del territorio e degli ospedali va lasciato a chi ha una profonda conoscenza delle dinamiche locali. Smettiamola di ricorrere all’esercito e alla protezione civile. Va valorizzata un’epidemiologia di cittadinanza, per vincere la pandemia. Va individuata una donna (o un uomo), capace, onesta e determinata calabrese per la Calabria.
Illuminante sulle dinamiche politiche della piccola Italia è, a nostro avviso, l’articolo pubblicato in prima pagina sul Domani di ieri (18 novembre 2020), a firma del Direttore. Ne riportiamo alcuni tratti (NdR):
“La pandemia sta rivelando il comma 22 delle nomine. Il comma 22 originale, quello del romanzo di Joseph Heller riguardava i piloti durante la seconda guerra mondiale. < Chi è pazzo può essere esentato dalle missioni di guerra, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di guerra non è pazzo>. In Italia si può dire < Chi è idoneo a ricoprire un incarico di nomina politica non è capace di ottenere risultati; chi è capace di ottenere risultati non è idoneo a ottenere incarichi di nomina politica>….Prendiamo il caso della Calabria: Gino Strada ha costruito una ONG attiva in mezzo mondo e gestito ospedali in contesti ben più degradati della Calabria non è idoneo a fare il Commissario Straordinario della sanità perché non ha esperienza amministrativa. Un medico, come l’ex Rettore della Sapienza, Eugenio Gaudio, giurato al concorso di miss Università e gestore di potere accademico più che di reparti ospedalieri, è idoneo, ma incapace di arrivare perfino al giorno della nomina….
L’impressione è che il comma 22 si applichi ormai alla gran parte degli incarichi elettivi; chi ha un lavoro serio, una reputazione da proteggere, competenze apprezzate e remunerate, non si candida. Ma anche chi ha una storia di impegno civico o intellettuale, evita un sistema di partiti fragili e poteri opachi solidissimi che triturano soprattutto chi arriva pieno di buone intenzioni. Chi teme Corte dei Conti, Tar, Procure, scaldaletti passati ai giornali ostili, intercettazioni o pignoramenti, rimarrà ben lontano da tutto ciò che ha a che fare con incarichi di nomina politica. Chi ha sufficiente ambizione, mancanza di alternativa o una soglia etica abbastanza bassa, non avrà timore di infilarsi nei corridoi del potere romano. Il Comma 22 all’italiana offre quindi una spiegazione alla domanda che si fanno ormai un po’ tutti, cioè perché tutti gli incarichi delicati del governo vengono affidati a Domenico Arcuri, commissario straordinario al Covid e a tutto il resto. Magari presto anche alla Calabria, chissà”