testata registrata presso Tribunale di Napoli n.70 del 05-11-2013 /
direttore resp. Pietro Rinaldi /
direttore edit. Roberto Landolfi

Sogno o son desto?


Il “sogno” di Garattini (articolo pubblicato su “Il Foglio” e ripreso su questo periodico con il titolo: Per un nuovo SSN) può diventare realtà? Basta volerlo conclude l’eminente professore. Questo il punto. Chi dovrebbe volerlo? Dovrebbero volerlo i politici, il governo, che fa le leggi; il parlamento, che le approva. Difficile, molto difficile che ciò accada in assenza di proposte condivise da parte di esperti del settore e un concreto interesse delle persone, delle comunità locali.
Il “sogno” di Garattini stimola interessanti riflessioni e vale la pena, a nostro avviso, approfondirne alcune, al fine di contribuire a suscitare un dibattito sui temi dell’innovazione e del cambiamento del SSN, in Italia, senza trascurare le differenze regionali.
Mai come in questa epoca l’attenzione dei cittadini, dei tecnici, dei politici è stata così centrata sulla sanità. Tutti ne discutono. Tanti sono preoccupati ed hanno paura. Chiedono che si realizzino cambiamenti, miglioramenti nel SSN. Inoltre, con tutta probabilità, nei prossimi anni, arriveranno molti soldi al SSN, si faranno assunzioni e ristrutturazioni come mai negli ultimi venti anni.
Quindi il periodo è propizio per formulare spunti per una nuova legge di riordino, dopo il DL.vo n. 502 del 1992 e il DL.vo n. 229 del 1999 e le altre modifiche minori succedutesi nel tempo.  Quello che il prof.Garattini definisce un sogno, rappresenta, a nostro avviso, una possibile linea guida per il cambiamento dell’assetto organizzativo del SSN.  Proviamo ad elencarne alcuni punti.
Garattini sogna: “Via tutto il mondo dei burocrati che per giustificare la loro presenza devono complicare la vita a chi lavora. Non è più una struttura pubblica, sottoposta a mille divieti e regole spesso in contrasto fra di loro, ma una struttura diversa, una fondazione che può agire con i criteri dei privati, ma evidentemente, non dovendo fare profitto, ha come fondamento la centralità dell’ammalato. Ha una struttura molto semplice con un Consiglio di amministrazione, presente in permanenza in cui sono rappresentate le regioni, e in aggiunta un gruppo di esperti che, raccolti in un centro studi, rappresentino altrettante aree di interesse per il Ssn.”
Nel SSN siano previste: “aree per i prodotti diagnostici, una per la riabilitazione, una per il management con riferimento a una Scuola superiore di sanità, basata sulla centralità del paziente, sulla prevenzione come base per la sostenibilità del Ssn e sul controllo del mercato della medicina, spesso in contrasto con le conoscenze scientifiche. Altre aree possono riguardare, ad esempio, l’intelligenza artificiale, la robotica, la telemedicina e l’informatica.”
Per quanto attiene ospedale e territorio, compreso il privato accreditato (pagato dal SSN) o quello libero (pagato dai cittadini di tasca propria o tramite assicurazioni) il professore ipotizza nel “sogno”: “L’organizzazione deve mantenere un giusto equilibrio fra medicina del territorio e medicina ospedaliera. La medicina ospedaliera consiste di strutture complesse con una numerosità che permetta di eseguire un numero di interventi adeguato. Le strutture private con scopo di profitto vengono sostenute dal Ssn solo in caso di mancanza di posti letto nelle strutture pubbliche.  L’informazione indipendente vigila attivamente perché il mercato della medicina non abbia il sopravvento sulle conoscenze scientifiche. 
Per quanto attiene il personale: “I dipendenti del Ssn hanno un rapporto di esclusività e perciò non possono esercitare attività private, come la cosiddetta intramoenia. Gli stipendi devono essere comparabili a quelli degli altri paesi europei a parità di potere d’acquisto. Tutti coloro che operano nel Ssn sono dipendenti, inclusi i medici di medicina generale (mmg). Gli mmg operano in gruppi e hanno in comune un numero definito di ammalati. Hanno strutture adeguate di segreteria, infermeria, informatica, analitica e di telemedicina.” 
 La conclusione non poteva non essere: “Il Ssn ha strutture e apparecchiature di riserva in “deposito”, per affrontare efficientemente eventuali emergenze regionali o nazionali.” 
Pensiamo sia utile farci promotori di un confronto sui cambiamenti, sul miglioramento del SSN, a partire dalle riflessioni del Prof. Garattini. Molti potrebbero fornire contributi: dagli esperti di settore, alle associazioni impegnate in sanità, a tutti coloro che intendono ancora battersi per il potenziamento del SSN.
RL