“Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?». Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Và e anche tu fà lo stesso».”(Lc 10,29-37)
E’ una parabola raccontata da Gesù proprio per sovvertire, spiazzare la mentalità religiosamente corretta, ipocrita dei “funzionari del culto”, di chi si ritiene a posto davanti a Dio perché ha soddisfatto i doveri che la legge impone. Dunque non un sacerdote, né un levita – cioè le persone che più di tutte le altre avrebbero dovuto mostrare il volto del Dio buono – ma un non prossimo, uno straniero è capace di usare misericordia verso il poveretto che giace mezzo morto sulla strada. Nelle parole di Gesù quindi le differenze etniche, culturali e religiose, invece di creare distanze e separazioni, possono essere colmate mediante l’assunzione di un preciso atteggiamento: fare misericordia, cioè partecipare a quei sentimenti e a quel comportamento che è tipico del Dio di Israele.
Dio misericordioso e compassionevole. Il Dio che Gesù ha rivelato attraverso la propria esistenza, attraverso la propria testimonianza.
Ed allora che aspetta il popolo cattolico italiano a schierarsi dalla parte indicata da Cristo e riportata nel vangelo di Luca. Il popolo che vede morire in mare i migranti e si volta dall’altra parte; che s’indigna a vedere uomini di pelle scura fuori dai supermercati chiedere l’elemosina. Il popolo che continua a credere che, nell’Italia 2019, il problema principale sia l’immigrazione. Non vedendo l’Italia afflitta da disoccupazione, crescente povertà materiale e culturale, violenza addizionale sui più deboli. Dormirà la notte, in pace, il popolo cattolico italiano che va in chiesa la domenica e durante la settimana fa prevalere l’egoismo, è eccitato dalla possibilità di sparare ai ladri, rifiuta l’etica del bene e pratica la banalità del male? Cavolo! Questi non hanno neanche più paura di andare a finire all’ inferno……
RL