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Il grande inquisitore
“A questo punto ci vorrebbe un preambolo, un preambolo letterario, intendo – disse Ivan scoppiando a ridere – capirai manco fossi un vero scrittore”. Questo l’incipit del capitolo quinto “Pro et Contra” della seconda parte del Fratelli Karamazov, grandioso romanzo in quattro parti e un epilogo di Fedor Michajlovic DostoevskiJ, pubblicato la prima volta nel 1879. Dimitri, Ivan, Alioscia sono i nomi dei fratelli di uno dei più celebri romanzi della storia. Un giorno Ivan chiama Alioscia e lo invita a conversare con lui. Ivan e Alioscia sono molto giovani. Ivan, dalle grandi capacità intellettuali, scrive articoli e recensioni, confida al fratello il tormento di non poter conciliare l’esistenza di Dio con la presenza del male. Il male inferto ai bambini in particolare non gli consente di accettare il mondo così come Dio lo ha creato. Cita vari esempi di bambini picchiati, torturali, alcuni per mano degli stessi genitori, in Russia, in Tuchia, in alcuni paesi slavi. Racconta di un generale che ha fatto dilaniare un bambino dai suoi cani. Se fosse pur vero che tutti dobbiamo soffrire per raggiungere la felicità eterna, che c’entrano i bambini? Che colpa hanno loro ? Che importa della punizione quando il male incomprensibile è stato già fatto?
Alioscia afferma che Cristo ha versato il suo sangue per noi, può perdonare tutto e tutti. Ivan ribatte : “Ho composto un poema circa un anno fa…ho inventato un poema e l’ho tenuto a mente…” e racconta al fratello “Il Grande Inquisitore”
Millecinquecento anni dopo la sua morte Cristo torna sulla terra, a Siviglia. Nella città spagnola il cardinale Grande Inquisitore sta mandando al rogo un centinaio di eretici. L’arrivo di Cristo è silenzioso, eppure il popolo lo riconosce, lo riconosce anche il Grande Inquisitore che ordina alle sue guardie di catturare Cristo e rinchiuderlo in prigione. Il Cardinale va in prigione da Cristo e pronuncia contro di Lui un fortissimo atto d’accusa.
Fedor DostoevskiJ “Il Grande Inquisitore” Salani editore 2017 con “Il peso della libertà” di Gherardo Colombo – traduzione di Serena Vitale