Un bel giorno del 1794, il soldato semplice di guarnigione Xavier De Maistre, fratello discolo del più celebre Joseph, finisce agli arresti domiciliari per 42 giorni a causa di un duello combattuto con un commilitone per ragioni sconosciute. In quei giorni, consegnato nel proprio alloggio, compie un esperimento letterario destinato a dargli una certa celebrità: intraprende un fantasioso viaggio tra gli abitanti, le mura e le suppellettili della propria camera.
Il Viaggio intorno alla mia stanza(Guida Editori, Napoli 1987) non è, tuttavia, solo il racconto di una atipico flaneur,ma anche il pretesto per una riflessione su diversi aspetti della vita del proprio tempo, che prende avvio da un accorato invito al viaggio.
«Potrei cominciare l’elogio del mio viaggio col dire che non mi è costato una lira; questo punto merita attenzione. Eccolo subito esaltato, festeggiato dalle persone di modesta fortuna; c’è un’altra razza di uomini fra i quali è ancora più certo di cogliere un fausto successo, per la medesima ragione che non costa niente. – E quali? Ma come! Lo chiedete? I ricchi. D’altra parte quale risorsa questo modo di viaggiare non rappresenta per gli ammalati? Essi non dovranno temere affatto le intemperie dei climi e delle stagioni. – Quanto ai poltroni, saranno al sicuro dai ladri; non incontreranno né precipizi, né pantani. Migliaia di persone che prima di me non avevano osato, altre che non avevano potuto, altre infine che non avevano pensato di viaggiare, si risolveranno a farlo sul mio esempio. L’essere più indolente potrebbe esitare a mettersi in cammino con me per procurarsi un piacere che non gli costerà né fatica né denaro? – Orsù dunque, si parte. – Seguitemi, voi tutti che una mortificazione dell’amore, una negligenza dell’amicizia, trattengono nel vostro appartamento, lontano dalla meschinità e dalla perfidia degli uomini. Che tutti gli sventurati, i malati e gli annoiati dell’universo mi seguano! – Che tutti i pigri si alzino in massa! – E voi che nella vostra mente rimuginate sinistri progetti di riforma o di clausura per qualche infedeltà; voi che, in un salottino, rinunciate al mondo per sempre; amabili anacoreti d’una sera, venite pure voi: abbandonate, credetemi, queste idee nere; voi perdete un istante di piacere senza guadagnarne uno di saggezza: degnatevi d’accompagnami nel mio viaggio; procederemo a piccole tappe, ridendo lungo la via, dei viaggiatori che hanno visto Roma e Parigi; - nessun ostacolo potrà fermarci; e, abbandonandoci allegramente alla nostra immaginazione, la seguiremo ovunque le piacerà condurci.»
Il tema del viaggiatore immobile, conoscerà poi fortuna in vari campi ed oggi mi sembra ritornare di grande attualità, anche a causa del significativo e preoccupante incremento del fenomeno degli hikikomori, termine giapponese usato per indicare persone (soprattutto giovani) che hanno scelto di ritirarsi dalla vita sociale, spesso confinandosi nella propria camera, mantenendo come unico contatto col mondo il cellulare ed Internet.
Ivo Grillo