Nel mese di aprile di
quest’anno ho visitato la scuola di
Barbiana di don Lorenzo Milani, grazie alla mia carissima amica Morena Viciani
di Rufina da sempre impegnata come me sulle pari opportunità, che mi ha portato
in questo luogo, lontano dai centri abitati
e dove fu appunto esiliato Don Milani.
La Scuola di Barbiana,
costituita da una chiesa e da alcune case, si trova nel Mugello in mezzo ai
boschi dalla quale si vede un panorama
di colline e vigneti molto suggestivo. Si intravede anche una piccola piscina
che don Milani aveva fatto costruire per far conoscere ai ragazzi il mare perché non l’avevano
mai visto.
Ho iniziato ad
avvicinarmi alla pedagogia della scuola di Barbiana, negli anni 70 quando lavoravo, come insegnante ed
educatrice, in un istituto nei pressi di
Torre del Greco per bambini disagiati e
disadattati provenienti dai quartieri periferici di Napoli. Un esperienza unica
che mi ha fatto da maestra di vita per
entrare nel mondo del lavoro, nella società civile. Fu allora che
lessi “ Lettera ad una
professoressa “ e cercai di
mettere in pratica alcuni insegnamenti
di Don Milani . Infatti anche i bambini napoletani dell’istituto nel quale
insegnavo erano stati bocciati più
volte e
classificati disadattati dalla scuola. Grazie alla rete di attività di reinserimento,
molti bambini e bambine, fecero grandi
progressi e si sono poi inseriti bene
nella società .
Gli insegnamenti di don Milani sono sempre attuali.
Il
prete di Barbiana amava insegnare ai suoi ragazzi la Costituzione. A
Barbiana, nel laboratorio dove insegnava ai ragazzi, ci sono ancora
visibili pezzi della costituzione
scritti sui muri cartelloni dove
sono rappresentati i governi, i partiti, il parlamento, copie di
vecchi giornali. Don Milani faceva arrivare tutti i giorni i giornali e
iniziava così’ le sue lezioni.
Su un manifesto, sono
segnati , all’ingresso della Scuola, frasi tratte da “Lettera ad una
professoressa” : "..una volta la
mamma di Giampiero le disse eppure mi pare che
il bambino che va al doposcuola comunale sia migliorato tanto, la sera a
casa lo vedo leggere la costituzione l'anno scorso aveva per il capo le
ragazzine-, quest'anno la costituzione". Ancora troviamo scritto
sempre in lettera a una professoressa :"….
ho imparato che il problema degli altri e' uguale al mio; sortirne tutti
insieme e' politica. Sortirne da soli e' l’avarizia " Questa frase e
stata ripresa anche da papa Francesco quando ha fatto visita a Don Milani nel
mese di giugno.
“Per tanti anni, con la sua scuola, si è
imposto all’attenzione di molti. È apparso soprattutto un maestro o un
protagonista di battaglie civili. E lo è stato effettivamente. Lettera a una professoressa è un testo su cui si sono
misurati quanti si occupavano di scuola ed educazione — chiedendosi come
colmare il vuoto di futuro delle giovani generazioni e come rimuovere le
discriminazioni del sistema scolastico —, ma anche molti che si sono impegnati
nella società civile e nelle periferie. Quel testo, che è il frutto del lavoro
collettivo della scuola di Barbiana sotto la direzione di don Lorenzo, ormai in
gravi condizioni di salute, è forse il suo documento più conosciuto. Don Milani
è una figura nota come educatore, ma anche attore di una pedagogia
rivoluzionaria e di un’azione sociale di promozione degli ultimi. “È stato un testo di denuncia delle
diseguaglianze scolastiche, molto letto e popolare quando si contestavano le
istituzioni educative. È un capitolo della storia della recezione e del
successo di questo libro.” Così ha
illustrato Michele Gesualdi nel suo libro “Don Lorenzo Milani l’Esilio di
Barbiana”
Oggi a 50
anni dalla sua scomparsa in tutta Italia si celebrano eventi, iniziative. Anche a Napoli si celebra una settimana dal 21 al 28 ottobre 2017 dedicata a Don Milani organizzato dal
Comune.
A Narni
dal 21 al 24 settembre 2017 all’interno
del Festival della letteratura femminile , in collaborazione con l’Istituto
degli Studi Filosofici di Napoli , è stato riservato uno spazio dedicato a Don
Milani curato da Mara Corfini e da me.
E’ stato scritto molto su Don Milani,
soprattutto dai suoi ragazzi come Michele Gesualdi ( diventato poi anche
presidente della provincia di Firenze) e
mi ha colpito anche un testo di Rolando Perri
“Sulle presenze femminili nella vita di Don Lorenzo Milani tra misoginia
e femminismo ante litteram“ L’Autore
ha raccolto testimonianze e lettere di don Milani e ha cercato di illustrare le
sue posizioni sulla condizione femminile. Alcune critiche gli erano state poste
in quanto nella scuola di Barbiana erano
ospitati in maggioranza maschi e poche ragazze.
Don Milani si occupò sin dal 1947 nella conduzione dell’azione
pastorale, di analfabetismo, disoccupazione, sfruttamento del lavoro minorile,
condizione della donna, crisi degli alloggi.
Avviò un indagine sociologica su questi temi che
riportò nel libro “Esperienze Pastorali”
per metterla a disposizione di tutti.
Diceva tra l’atro “ Da un lato vedo che la donna qui a S.Donato non ha ancora la posizione
di parità che le spetta (per esempio il giovane o il marito che hanno avventure
non sono disprezzati. La giovane o la sposa lo sono). Dall’altro lato vorrei
che raggiunta una pari dignità le donne si ricordassero d’avere una diversa
funzione. Gli atteggiamenti discriminatori degli uomini nei confronti delle
donne sono indotti, per lo più, dalla maniera di collocarsi delle medesime in
una posizione di pigrizia mentale e di assuefazione rispetto alla tradizione, o
di netto distacco da quest’ultima senza la mediazione di una visione più equilibrata
ed equidistante”; “ come mai ci sono
delle donne che han sempre bisogno di essere servite, altre che han sempre
bisogno di servire e d’essere fuori casa ? E’ bello questo ,o almeno è bello
sempre”; “E paradossalmente si può dire che l’unica differenza tra maschi e
femmine è che le femmine capiscono nei fatti altrui , mentre i maschi capiscono
solo nei loro propri.”; “nel lavoro di fabbrica delle nostre giovani
ho visto elevarsi di poco la parità sociale e abbassarsi di molto la
differenziazione.”; “e così non sono pochi coloro i quali credono che una donna possa vivere anche con
un cervello da gallina. I maschi non le chiedono di essere intelligente “ (
da “lettera ad una professoressa”)
Don Lorenzo Milani partecipò ad un incontro
scontro con le ragazze di quattordici o quindici anni, organizzato da una
docente di terza media del Borgo di S.Lorenzo,
Adele Corradi, nell’ambito di una
attività ludico-ricreativa sotto forma di ballo di gruppo, nei locali
scolastici in orario pomeridiano. Gli incontri vertevano su temi riguardanti la
loro condizione di vita di genere, passata, presente e futura, ma quello su cui
insisteva don Milani era sulla non
utilità del ballo e momenti ricreativi, intesi come spreco di tempo. Era un pretesto per esaltare il ruolo della donna
e il suo processo di emancipazione.
Alla replica di una ragazza”ma noi si balla per divertirci” , don Milani rispondeva “ il divertimento va bene per uno che è
riuscito a fare tutto quello che vorrebbe fare “ . “A fare quelle mossettine in
sala da ballo ti riesce, e a seguire una
riunione politica e sindacale che ti prepara a essere più capace, più sovrana, ti pare di non essere capace? eppure l’anno prossimo andrai a lavorare e
avrai davanti responsabilità immense, licenzieranno una tua compagna di lavoro
e dovrai decidere se scioperi o no per lei, se difenderla o no, se andare in
corteo davanti alla prefettura o davanti alla direzione, se rovesciare le
macchine o rompere i vetri oppure se tu dovrai zitta zitta chinare la testa e
permettere che la tua compagna sia cacciata fuori a pedate dalla fabbrica. Tu
queste cose le dovrai decidere l’anno prossimo e per ora ti prepari twistando
in una sala da ballo, non puoi aspettare quando sei nonna a farti una
preparazione politica e sindacale. La preparazione
alla vita sociale e politica o oggi o mai.
L’età giusta e questa”.
Erano gli anni 60, don Milani è morto il 26 giugno 1967 .
Luisa
Festa