Orfano: aggettivo, si dice di bambino o ragazzo che ha perduto uno od
entrambi i genitori.
Sono un orfano, di entrambi i
genitori, non li ho solo perduti ma mai conosciuti. Mia madre mi è
sopravvissuta solo nove giorni, il tempo, prima che una febbre maligna la
portasse via, di stringermi a se e riempirmi di baci amorevoli. Mio padre se ne è andato poco
dopo, dicono per i l dolore della perdita di mia madre.
Tuttavia quando penso a mia
madre, è il pensiero di una presenza non di una mancanza. Mi guarda da quando
sono nato dal suo bellissimo ritratto con la sua elegante pettinatura corvina
ed i gioielli importanti che le ornano il collo e le orecchie. Quegli occhi
neri sono stati dipinti per guardare me. Mi hanno confortato nelle mie lunghe
permanenze nei collegi più esclusivi, in guerra riparato nella trincea gelida e
puzzolente. Sono diventati severi quando reduce dal tavolo verde mi sono
giocato una fortuna.
Spesso ho pensato a come sarebbe
stata la mia vita se lei ci fosse stata; per ore guardavo le madri dei miei
amici quando ero con loro per cercare di capire dove fossimo diversi. Da
bambino quando entravo in una stanza con altre persone sentivo intorno a me
un’aria di commiserazione e pena per me povero orfano. Ma lei c’era. Non riuscivo
a spiegarlo a nessuno ed alla fine non ho neanche più tentato.
E’ solo da poco, forse perché gli
anni mi pesano ed il mio cammino volge al termine, che sono stato a visitare la
sua tomba. Ho avuto bisogno dei segni della morte per dare senso alla mia di
morte. “datemi un mesto pensiero” è l’incipit del suo epitaffio, e mi sono
sentito orfano davvero, ho percepito per la prima volta la sua mancanza.
Uscendo dal camposanto mi sono
sentito stanchissimo ma compito. Ora si, ora posso.
Saul de Domenico