testata registrata presso Tribunale di Napoli n.70 del 05-11-2013 /
direttore resp. Pietro Rinaldi /
direttore edit. Roberto Landolfi

“Madri”.


Questo il tema di fine estate. Cominciamo con piccoli pezzi tratti da libri di autori noti: Elena Ferrante ed Erri De Luca; a seguire alcuni pezzi di nostre collaboratrici e collaboratori.
L’Amore Molesto è uno splendido  romanzo di Elena Ferrante del 1992, da cui è stato tratto l’omonimo film per la regia di Mario Martone. Si legge nell’ultima di copertina…”il risultato è un libro che scava nel rapporto madre-figlia con crudeltà, con passione, con nostalgia struggente, con torbida innocenza, trasformando una vicenda di quotidiani strazi familiari in un thriller domestico che mozza il respiro” (NdR)
Ecco la pagina iniziale del romanzo :
 “Mia madre annegò la notte del 23 maggio, giorno del mio compleanno, nel tratto di mare di fronte alla località che chiamano “Spaccavento”, a pochi chilometri da Minturno. Proprio in quella  zona, alla fine degli anni cinquanta, quando mio padre viveva ancora con noi, d’estate affittavamo una stanza in una casa contadina e trascorrevamo il mese di luglio dormendo in cinque dentro pochi roventi metri quadrati. Ogni mattina noi bambine bevevamo l’uovo fresco, tagliavamo verso il mare tra canne alte per sentieri di terra e di sabbia e andavamo a fare il bagno. La notte in cui mia madre morì la proprietaria di quella casa, che si chiamava Rosa ed aveva più di settant’anni, sentì bussare alla porta ma non aprì per paura dei ladri e degli assassini.
Mia madre aveva preso il treno per Roma due giorni prima, il 21 maggio, ma non era mai arrivata. Negli ultimi tempi veniva a stare da me almeno una volta al mese per qualche giorno. Non ero contenta di sentirla per casa. Si svegliava all’alba e, secondo le sue abitudini, lustrava da cima a fondo la cucina e il soggiorno. Cercavo di riaddormentarmi ma non ci riuscivo: irrigidita tra le lenzuola, avevo l’impressione che sfaccendando mi trasformasse il corpo in quella di una bambina con le rughe. Quando arrivava con il caffè, mi rannicchiavo da un canto per evitare che mi sfiorasse sedendosi sulla sponda del letto. La sua socievolezza m’infastidiva: usciva a fare la spesa e familiarizzava con negozianti con cui in dieci anni avevo scambiato non più di due parole; andava a passeggio per la città con certe sue conoscenze occasionali; diventava amica dei miei amici, ai quali raccontava le storie della sua vita, sempre le stesse. Con lei sapevo solo essere contenuta ed insincera.
Se ne tornava a Napoli alla prima sfumatura di insofferenza. Raccoglieva le sue cose, dava un’ultima rassettata alla casa e prometteva che sarebbe ritornata presto. Io mi aggiravo per le stanze risistemando secondo il mio gusto tutto quello che lei aveva disposto secondo il suo.  Tornavo a dare alla saliera lo scomparto dove la tenevo da anni, restituivo al detersivo il posto che mi era sembrato conveniente, scompaginavo il suo ordine dentro i miei cassetti, restituivo al caos la stanza dove lavoravo. Anche l’odore della sua presenza – un profumo che lasciava in casa un senso d’inquietudine – dopo un po’ passava  come d’estate l’odore di una pioggia di breve durata”

Tratto da : “L’Amore Molesto” di Elena Ferrante - Edizioni E/O.-  1992