Si è svolto sabato 20 maggio,
presso l’Istituto Italiano di Studi Filosofici di Napoli, il Convegno su “Etica della Cura. In memoria
di Giorgio Liotti”. Il dott. Liotti era un grande medico, un uomo dalle
indubbie capacità umane e professionali, amatissimo dai suoi pazienti e dai
suoi collaboratori.
Ho avuto la fortuna di lavorare con lui per circa 10 anni e di
continuare ad essere in amicizia con lui fino al 2016, anno della sua
scomparsa.
Anni fa Giorgio ed io discutevamo sovente del valore dell’etica in
sanità. Prendersi cura della persona e dell’ambiente era uno dei principi ispiratori dell’ attività
professionale del dott. Liotti.
Lo scritto che segue rappresenta la sintesi di riflessioni condivise e
di tante discussioni avute. Non sempre eravamo d’accordo. Spesso però, dopo un
po’ mi accorgevo che Giorgio aveva ragione ed io, più giovane di lui, cambiavo opinione. È questa la fortuna di avere avuto
un maestro. Giorgio lo era, pur non volendo apparire tale, ed è stato per me un
grande maestro.
Si può definire l’ Etica una
dottrina o indagine speculativa sul comportamento pratico dell’uomo di
fronte ai due concetti del bene e del
male. Mentre per “Morale” s’intende ciò che è conforme ai principi del giusto e
dell’onesto. La bioetica è attualmente intesa come la discussione sulle
questioni relative alla cura ed alla ricerca biomedica dal punto di vista degli operatori, dei
pazienti e delle scelte pubbliche. La
bioetica è una trasformazione dell’etica medica tradizionale la cui nascita
datava al tempo dell’ellenismo, quando fu redatto il giuramento ippocratico.
Il passaggio dall’etica medica
alla bioetica è avvenuto nel corso degli anni sessanta, determinato da:
sviluppo scientifico comparsa di dialisi, trapianti, diagnosi prenatale; sviluppo politico, prese di posizione da
parte di organismi nazionali ed internazionali concernenti la regolamentazione
delle pratiche sperimentali; crescita culturale consistente, da un lato nella consapevolezza della
responsabilità dell’umanità nei confronti degli effetti dello sviluppo
tecnologico ed economico sull’ambiente, dall’altra nel crescente individualismo
con affermazione dei propri diritti da
parte dei singoli nei confronti dello Stato e delle istituzioni sanitarie. Ne è
testimonianza l’interminabile contenzioso tra utenti ed istituzioni, in special
modo negli Stati Uniti ma, sempre più, anche in numerosi stati europei.
Il termine “bioetica” apparve
intorno agli anni settanta coniato da
Van Rensseaer Potter per designare una nuova etica scientifica che facesse da
ponte fra scienze naturali e comportamenti umani. La definizione più accettata
è quella di Warren Reich docente al Kennedy Institute of Ethics (Università di
Washington): “studio sistematico delle dimensioni morali, incluse la visione
morale, la condotta, le politiche, delle scienze della vita e della cura della
salute, usando diverse metodologie etiche in un quadro interdisciplinare” Il
dibattito in bioetica si è sviluppato, negli anni successivi, fra due
schieramenti, apparentemente opposti: coloro che si sono identificati con il
paradigma della “sacralità della vita” e coloro che si sono identificati con il
paradigma della “qualità della vita”
Una via intermedia che ha messo d’accordo i sostenitori
dei due paradigmi sono i quattro principi etici formulati da Beuchamp e
Childress, condivisi da tutti:
-
il rispetto dell’autonomia (indipendenza,
libertà riconosciuta nell’ambito delle proprie decisioni)
-
la “non maleficenza” (capacità di non provocare
il male)
-
la beneficenza (aiuto prestato a persone in
stato di bisogno)
-
l’equità o giustizia (virtù che consente
l’attribuzione o il riconoscimento di ciò che spetta all’individuo in base ad
un’interpretazione umana e non letterale della giustizia)
Sono questi i principi base
dell’etica sanitaria, dell’etica applicata, fondamentali sul piano della
relazione medico paziente o quando è in gioco il dovere di comunicare sempre la
verità.
Può l’etica sanitaria applicarsi
in un contesto aziendalistico regolato dall’economia ? Possono efficienza,
efficacia ed economicità coniugarsi con eticità ed equità ? una cosa hanno in
comune questi termini : cominciano tutti con E.
Giorgio Liotti mi ha insegnato ad avere un approccio etico alla
medicina, secondo i principi di Beuchamp e Childress e di questo gliene sarò
sempre grato