Miei
cari bambini e bambine questa lettera è dedicata a voi. In ogni scuola che si
rispetti a fine anno si preparano giudizi, profili, schede ma per una volta
vorrei provare ad invertire la regola e scrivere che cosa ho imparato da voi.
Scrivere una letterina per voi.
Vi
ho visto ragionare insieme, inventare relazioni, emozionarvi. Giorno dopo
giorno abbiamo percorso un cammino in cui hanno agito cose elementari, “fondamentali”,
cose intorno alle quali si ordina e progredisce la vita, cose piccole piccole
che hanno un sapore salato, dolce, amaro, aspro che serve a riconoscere dopo,
gli altri sapori della vita.
Voi
capite subito che cosa è utile, senza compiere tante astrazioni, sapete essere
laboriosi, pazienti, risoluti, pieni di coraggio. Vi interrogate a nostra
insaputa sulla vita, desiderate crescere e per questo siete soliti fare
domande, affermazioni, richieste semplici, che fanno riflettere: “è vero da
grandi non si piange più?”, “non mi
fanno giocare con loro, non sono più loro amica,“ “ mi allacci le scarpe?”,
“devo fare cacca”, “mi fa male la pancia”, “che begli orecchini che hai oggi”.
Queste parole, ascoltate tante volte, esprimono non solo la capacità diretta di
chiedere aiuto, ma quello che più colpisce in voi è la “competenza” nello stare
al mondo, difficile da spiegare perché si manifesta un po’ come l’affiorare dei
pesci; appare, attrae l’attenzione e scompare prima che si possa capire meglio.
Alcuni
esempi spiegano meglio questa diversa capacità che voi piccoli avete di leggere
gli accadimenti. Un giorno eravamo tutti pronti nella nostra grande cucina, con
grembiule e mani lavate, in mano ognuno aveva un uovo da rompere in una
scodella; alla mia perplessità per la riuscita dell’operazione, divisione del
rosso dal bianco, lo sguardo della bambina a cui avevo dichiarato più
apertamente la mia preoccupazione, fu fulminante. L’intensità, il tempo lungo
in cui i suoi occhi non si distoglievano dai miei, mi fece capire la sfida e la
mia incapacità nel sottovalutare la sua competenza. Un’altra volta un bambino a
cui avevo detto di seguire l’esempio di un suo compagno che aveva dimostrato un
adeguato comportamento in una situazione sperimentata insieme, rispose che lui
non era il bambino preso ad esempio, che non aveva né il suo corpo né la sua
mente, quindi, nel bene o nel male, non poteva darmi la risposta
dell’amico, da me attesa.
Piccole
grandi lezioni di vita, esempi per dire in concreto che non è facile “essere
prossimi” a voi che siete “all’inizio della vita”, non è facile per noi adulti
restare in contatto con le cose essenziali, e voi sapete essere essenziali
nell’affetto, nei legami, nei rapporti con la realtà.
Il
futuro grazie a voi è aperto. Si dice di voi creature piccole che siete la
“bocca della verità”, mai luogo comune fu più giusto. Verità, ricchezza che
appartiene ai bambini e ai semplici.
Ed è
proprio quella verità autentica a rendervi spesso fastidiosi, voi pronti ad
infrangere le regole della buona educazione, contrari al silenzio, all’abuso
fatto di piccole furbizie, alla disciplina tanto cara alla scuola. Voi osate.
Osate
sempre!! con fiducia, esaudite le vostre tante curiosità e se i grandi
continuano a vedervi come esseri di un altro mondo (elfi, fate, gnomi ?) e
collocarvi in altri pianeti, lontano da questa terra,è perchè temono il
confronto con voi.
Alcuni/e
di voi alla fine di quest’anno lasceranno la nostra scuola, mi mancherete, ci
mancherete. A voi sono dedicate queste ultime parole, un piccolo augurio che
ricorderà la fortuna del nostro incontro in cui abbiamo imparato che lo scambio
è stato il migliore alleato dell’amore. Un amore che vi ha tutelati senza
soffocare, che vi ha incoraggiati se un insuccesso vi ha mortificati, lo stesso
che vi ha fatto abbassare la cresta se un successo vi insuperbiva. Affronterete
la scuola elementare, con tutte le difficoltà (ingiustizie, incomprensioni) non
c’è nulla di strano, nella vita accade anche questo. Ma nessuno potrà toccare
l’amore di chi vi accompagnerà nella vita a crescere, alimentando la vostra
ricerca di libertà :
“vivi
la vita, vivila per strada, nel silenzio della tua casa, vivi con gli altri,
uniche piste che hai per riconoscerti, vivi la vita nei quartieri poveri e
ricchi, vivi la vita con le sue delusioni, con le sue mattine infelici e le sue
notti spavalde, per città difficili e per campagne ricche di frutti, per mari
ed isole da scoprire, vivi e cerca di essere felice. Noi saremo ancora con te”.
Lucia Mastrodomenico (Maggio 2004)