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La Lavanderia


La redazione del periodico che state leggendo è composta da cattolici, agnostici, atei, ma tutti siamo accomunati da un sentimento  di profondo rispetto per Papa Francesco.
L’ultima di Francesco, ripresa dai media in questi giorni,  ha il senso del pulito che a noi piace, dell’amore che tanto a noi piace e piaceva a Lucia, ha il senso della bellezza (e poi spiegherò il perché): l’Elemosineria Pontificia ha dato notizia di aver istituito  una lavanderia, aperta presso l’antico complesso ospedaliero San Gallicano, in  Trastevere. Lavanderia per chi vive in strada, per tutti, senza dimora, migranti, rom,  che così potranno lavare, in maniera assolutamente gratuita, ma anche asciugare e stirare i propri indumenti e le proprie coperte. I senza dimora non hanno armadi, cassetti e guardaroba, possiedono i panni che hanno addosso e tante buste di plastica e cartoni con panni sporchi. Ed ecco che la “lavanderia del Papa” darà a tutti la possibilità di lavare i panni sporchi. Fosse una metafora forse ne guadagnerebbe l’intera società italiana: invece è un fatto concreto. La lavanderia sarà aperta nei pomeriggi di lunedì, venerdì e sabato e la mattina del martedì. Sei lavatrici, sei asciugatrici,  ferri da stiro, si prevedono 80 bucati a settimana, 300 al mese.  Si aggiungeranno a breve nuove docce e barberia, un guardaroba.
Per i credenti è l’ennesimo momento di condivisione con quanto ha affermato Papa Francesco nella lettera apostolica “Misericordia et Miseria” :” voler esser vicini a Cristo esige di farsi prossimo verso i fratelli, perché niente è più gradito al Padre se non un segno concreto di Misericordia”.
Per i non credenti è l’ennesima dimostrazione di come, questo grande uomo, Papa Francesco, sappia essere di esempio a quanti credono nella dignità umana e nello sviluppo della specie.
Per i redattori  e per i soci dell’Associazione “Madrigale per Lucia – ONLUS”, impegnati da tempo sul piano della ricerca, dei servizi a favore dei senza dimora, impegnati in un ambulatorio medico per i migranti, in collaborazione con altre associazioni che operano nel settore, è di grande conforto sapere di essere in così buona compagnia; poter prendere esempio da chi,  con fatti concreti, dimostra che occorre dare spazio alla fantasia, a gesti di prossimità con chi ha meno opportunità.
Lucia Mastrodomenico credeva nell’amore “solo l’amore salva” e nella bellezza. La bellezza che è possibile trovare nei senza dimora, nei migranti è fuori da ogni canone usuale. Basta stare  a contatto con le loro variegate personalità, con i loro abiti colorati e fuori dimensione, basta soffermarsi sulla profondità di alcuni sguardi per comprendere quanta bellezza c’è nelle persone che vivono ai margini, quanto fascino e quanta complessità c’è nella loro diversità.
Quando poi gli specialisti degli interventi sociali e sanitari parlano di “presa in carico”,  le cose si complicano maledettamente. Ma alle volte basta solo qualche piccolo gesto concreto, rivolto a queste persone in difficoltà,  per contribuire a  realizzare tante nuove opere migliorative, tante azioni positive.


Roberto Landolfi (medico)