Si,
dico i primi, perché Francesco Totti, probabilmente,
potrebbe giocare per altri 40 anni.
Ma
non guardiamo solo agli anni. Totti non è semplicemente il giocatore per il
quale il tempo sembra essersi fermato. Il gioco del calcio ha ed avrà per
sempre un solo dio, e questo, si sa, è
Diego Armando Maradona. Totti, come Diego, sicuramente si avvicina a qualcosa
che col calcio c’entra ben poco, un qualcosa che va a sfociare nell’arte, un
qualcosa che rompe le regole, gli schemi e l’usuale, diventa un utopia.
Perché
un lancio di 50 metri, di primo tocco, con la palla che finisce dritta sul
piede del tuo compagno (che in questo ultimo anno, spesso, è stato Dzeko,
riuscendo a fare segnare pure lui), cosa
può essere considerato, se non un opera d’arte? Un tocco che lascia senza
fiato milioni di spettatori, al di là per quale squadra si possa tifare, un
tocco che, nei campi da calcio, nessuno,
dopo Totti, avrà mai più.
Le
polemiche inutili e strumentali sollevate da Spalletti e Ilary Blasi
(allenatore e moglie del calciatore) non potevano far passare in secondo piano
un momento così importante. Il più grande giocatore del calcio italiano ha
compiuto 40 anni e l’ha fatto da capitano, con la maglia n.10 ancora sulle
spalle, nei campi di allenamento di
Trigoria.
Ce
ne sarebbe stato un altro, di grande signore del calcio italiano, campione del
mondo insieme a Francesco: Alex Del Piero, ma i suoi 40 anni l’anno scorso non
hanno avuto lo stesso rilievo mediatico, probabilmente perché Alex giocava lontano dall’Italia. La Juve infatti ha consentito che Del Piero, la sua più
grande bandiera, andasse a giocare insieme ai canguri in Australia non appena
lo ha ritenuto poco utile al progetto di
una squadra che deve essere sempre e
solo vincente. Una società ed una squadra che, coi sentimenti, hanno poco a che vedere.
Ora
Alex è rientrato in Italia, ha smesso di giocare e fa il commentatore a SKY.
Totti invece no, non per ora. Questa è la sua 25esima stagione con la Roma. 40
anni, 25 con la Roma. Quando ha cominciato a giocare c’era ancora la lira. Internet,
Facebook e Twitter non esistevano ancora, Gerson (suo compagno attuale di
squadra) non era ancora nato.
Francesco
ancora ora, a 40 anni, quando entra in
campo, decide le partite. Con lui il tempo sembra veramente essersi fermato.
L’auspicio è che possa rimanere sui campi di calcio ancora a lungo, possa
continuare a far sognare i suoi tifosi e quanti credono nella bellezza di
questo meraviglioso sport.
Rocco Maria Landolfi
Giornalista pubblicista, laureato in
Scienze della Comunicazione