Rosa,
verde, o del più tradizionale giallo canarino, il post it rappresenta un vero
must have del mondo universitario e non. Ma vi siete mai chiesti da quale idea
sia nato un simile prodotto? Il piccolo blocco notes adesivo porta con sé una
storia alquanto singolare.
Il
ricercatore Spencer Silver, nel 1968, fu impiegato dalla 3M per individuare un
adesivo innovativo, che garantisse forza e durevolezza. Gli innumerevoli
tentativi non portarono al risultato sperato: Spencer Silver ottenne una colla
che, sebbene potesse aderire a qualsiasi tipo di superficie, dopo poco perdeva
la sua forza.
Il
ricercatore fu quindi costretto a riporre il suo sogno nel cassetto.
Fu
dopo ben dieci anni che Arthur Fry, un collega del dottor Silver con la
passione per il canto, pensò di impiegare l’ “adesivo che attacca un po’” nella
creazione di segnalibri da utilizzare per la raccolta di canti religiosi presso
il coro della sua chiesa. Ne seguì dunque la nascita del post-it, per così
dire, a divinis mysteriis:
l’illuminazione di una domenica mattina si è repentinamente convertita in un
vero e proprio prodotto finito, con tanto di agguerrita campagna marketing.
La
caratteristica vincente del post it è –oggi come allora, la particolarità di
non incollarsi mai del tutto, che permette di risollevare quanto attaccato
senza lasciare traccia sulla superficie dove era stato apposto il foglietto. In
sostanza, proprio il fallimento di ieri ha fatto sì che oggi il Post- It sia
diventato il migliore amico di impiegati, studenti, e anche di chi ha
semplicemente bisogno di memorandum.
Il
Post-It rappresenta la memoria esterna dell’hard disk del cervello umano, che,
rassicurato nello scrivere nero su giallo, mette da parte gli affanni ordinando
gli impegni da ricordare.
La
sua storia ci insegna che non sempre gli errori sono fallimenti, spesso
rappresentano il vero turning point dell’innovazione. Occorre sbagliare,
affidarsi all’istinto e sbagliare ancora, per stimolare la creatività.
Talvolta le imprese assumono i cosiddetti “creativi”, impiegati col
compito di implementare creatività all’interno del luogo lavorativo. Ma questa
promozione esplicita rappresenta solo una forzatura: non si può essere creativi
perchè imposto da qualcuno ritenuto più innovativo degli altri. La creatività è
egualitaria ed imprevedibile, e un’impresa può soltanto stimolare le doti dei
propri lavoratori, creando un ambiente che incoraggi le persone ad osare senza
aver paura di perdere. Dopo tutto, un prodotto di successo come il post it è
nato dal ricordo di un esperimento da buttar via. “L’errore ci dona semplicemente l’opportunità di iniziare a diventare
più intelligenti”.
Fiorenza Orsitto