Peggio ancora: quando ad
un’interrogazione prendevo un brutto
voto. Cascava il mondo.
Ecco! Erano questi i momenti in
cui, come Peter Fortune, avrei voluto avere anche io la Pomata Svanilina, per
cancellare per un paio di ore i miei genitori
e chi intorno mi irritava.
Ma chi è il fortunato Peter??
Peter Fortune è il protagonista del libro “ L’inventore di
sogni”, dello scrittore inglese Ian Mc
Ewan: un ragazzino di undici anni,
timido ed introverso, con una fervida e accesa fantasia, che lo porta a
staccarsi dal mondo reale per rifugiarsi in particolari “sogni ad occhi
aperti”.
E’ definito infatti, dagli
adulti, un bambino difficile proprio per questa sua particolarità di
estraniarsi in maniera quasi totale
dalla realtà tanto da perdere la concezione del tempo e dello spazio.
E allora? Cosa c'è di tanto
sbagliato? Niente e tutto. A chi non è
capitato da bambini di allontanarsi temporaneamente dalla realtà che ci circondava per fantasticare di nuovi
mondi o creare situazioni paradossali al limite del surreale?
Tutti noi abbiamo immaginato di prendere il posto del
gatto per un giorno e vivere la sua vita; come tutti abbiamo immaginato che durante
la notte i giocattoli / oggetti posti sulle mensole della nostra camera
prendessero vita (a me capita ancora).
La chiave narrativa utilizzata da
Mc Ewan è il racconto per ragazzi, stilisticamente una
scelta mirabile: attraverso
Peter, Mc Ewan esplora e analizza il
microcosmo della classica famigliola inglese, ne sottolinea le mancanze, le
incongruenze, le alternanze.
Attraverso gli
occhi innocenti ed i pensieri ingenui e puri dei bambini, gli
atteggiamenti e i comportamenti dei “grandi” sono scarnificati, ridotti
all’osso; le prepotenze, le abitudini, le ossessioni, le ansie, sono filtrate a
tal punto da risultare incomprensibili, al limite della futilità.
Peter affronta le sue virtuali
avventure scevro da rancore, senza difficoltà nel perdono, con una forte
serenità di fondo ed una ingenuità che toccano le corde del lettore
Mc Ewan attraverso i sogni di
Peter svela le fragilità presenti in
ognuno di noi; quelle stesse che non sfuggono al “sogno” di Peter che le usa
per il proprio riscatto, come nell’episodio
del compagno Prepotente che lo vessa con le sue angherie, sul quale, grazie a
ciò, Peter ha la sua vittoria morale salvo poi
essere comunque turbato dalla sua stessa rivincita, esprimendo una sorta
di com-passione per l’umana debolezza dell’altro. E così gli propone un gelato,
quasi come uno strumento di perdono. Il gelato, come altri oggetti, per Peter è
il tramite attraverso cui si addentra nel mondo esterno: tutti gli oggetti sono
dotati di un simbolismo profondo e
radicato, legandosi ad emozioni e sentimenti reconditi a cui noi mai
facciamo richiamo.
Come tutti i ragazzi, sia le
vittime che i carnefici dei suoi sogni, Peter si mette nei panni dell’adulto
cogliendo appieno quella condizione di “rari infelici adulti profondamente
irritati dal fatto che i bambini esistano”. Ma quando Peter si sostituisce completamente ad
un adulto, le cose di bambino si complicano: incontra la noia e la mollezza dei
“grandi” nei giorni di estate, il languore e la banalità di alcuni gesti, ma
anche l’inattesa sconosciuta sensazione dell’innamoramento.
Lì allora rivaluta tutte le sue
posizioni, cercando invano, una volta tornato bambino, di rivivere quelle
sensazioni provate, sentimenti che lo hanno cambiato, fatto maturare e sentire
diverso.
Siamo a volte talmente presi da
atteggiamenti sbagliati e superficiali, da non fermarci a pensare a capire che alla fine i bambini
vincono sempre. Ci scherniscono e deridono con i loro occhi privi di qualsiasi
giudizio, pieni di sentimenti gioiosi e puri. Lo spaesamento che proviamo al
loro cospetto e dinanzi al loro mondo è talmente grande da lasciarci inermi, in
silenzio. Spesse volte non lo si capisce, ci si ride su, lasciando
involontariamente dietro un'amara scia,
Mc Ewan sottolinea questo nostro
sentire “fanciullo” attraverso la porta dei sogni, un mondo onirico fatto di
leggerezza e di spensieratezza messe in circolo senza filtri, fatto di piccoli
eroi e leggende.
Questo è quello che ho raccolto
dalla lettura: la voglia di viaggiare ad occhi aperti, lasciare lontano i
pensieri negativi che attanagliano la quotidianità. Forse con gli occhi ingenui
e il sorriso sulle labbra tutto sembra migliore, e semmai mi capiterà di
incrociare un bambino che sussurra da solo o che sogna ad occhi aperti, non lo
giudicherò, anzi andrò a sedermi lì, accanto a lui e lo accompagnerò nel suo
piccolo splendido viaggio, abbassandomi al suo delizioso mondo infantile, nel
quale, adesso so che mi ci ritrovo
benissimo. Palesemente ed Inequivocabilmente.
Simona Bonetti