In questi giorni in
cui siamo particolarmente frastornati/e da tutto il bailamme televisivo e non,
in cui tutti parlano e nessuno/a ascolta l’altro/a, ho pensato spesso a Lucia che dell’ascolto
aveva fatto una teoria e una pratica. << Rifletto da un po’ di tempo sul
nesso che esiste tra la capacità di custodire la nostra solitudine e la
necessità di coltivare insieme l’ascolto verso la parola dell’altra, e che solo
la capacità di farsi da parte di chi ascolta può cogliere nell’altra. Non si
tratta di altruismo o generosità, piuttosto è bisogno di luce. Desiderio di dar
spazio e diritto all’invisibile, all’innominabile, a ciò che agisce a distanza
molto ravvicinata, in quell’avvicinare a sé che coinvolge e in cui si è
coinvolte: e l’esistenza ha un nome, io ho un nome.>> Queste sono le
parole che Lucia scriveva nel numero 5 di << Madrigale>>
dell’aprile del 1990, ma l’ascolto l’ha praticato sempre, fino alla fine della
sua vita terrena. Non riesco a scrivere quella parola, morte, così definitiva,
perché Lucia non è morta per chi custodisce nel cuore il suo ricordo e il suo
insegnamento e che cerca di trasmetterlo ad altri/e, soprattutto ai giovani e
alle giovani, come linfa vitale per nuove esistenze. Marcel Proust diceva che << La sola vera
esplorazione, la sola vera fonte di giovinezza, non è visitare terre straniere,
ma possedere altri occhi, guardare l’universo attraverso gli occhi degli altri
>> . Per Lucia ogni essere umano era un universo da esplorare. Ricordo le
nostre sedute di Commissione per le Pari Opportunità, lavorare insieme anche
per brevi periodi è l’unico modo per conoscersi veramente, tutte volevamo
esprimere le nostre idee contemporaneamente, ci accapigliavamo, parlavamo a
voce alta, l’unica che non parlava era Lucia. Silenziosa, immobile, lo sguardo innocente e intento, da
scolara che vuole apprendere, era capace di stare ore senza parlare. Poi,
quando tutti i discorsi erano finiti, con calma e autorevolezza, esprimeva le sue idee confutando le tesi che
non condivideva e aiutandoci a capire il suo pensiero. In questo modo Lucia ci
è stata maestra e amica.
Marinella Gargiulo