ti
presenti?
Mi chiamo Stefania
Tarantino e ho quarant’anni. Mi occupo di filosofia e di musica: in
particolare, il mio ambito di ricerca riguarda il pensiero delle filosofe del
XX secolo. Una ricerca che cerco di riversare anche nella musica, nel senso che
cerco di trasporre in forma musicale e in parole il nucleo più vivo del loro
pensiero. Queste donne offrono un altro sguardo sul mondo, le relazioni, la
politica, ecc, ma, per quanto riconosciute, sono ancora poco lette, anche in
ambito universitario e accademico. Così mi è sembrato importante trovare un
modo per trasmettere il loro pensiero e per tenere insieme queste due mie
passioni. Il mio primo cd, Incandescente, si è ispirato alle Tre ghinee di
Virginia Woolf, un libro che ha prodotto un vero e proprio taglio nella storia.
Altri brani sono ispirati a Carla Lonzi, a Emily Dickinson, a Ingeborg Bachmann
e altre.
il giornale è
dedicato alla memoria di Lucia; perché hai pensato di aderire a
madrigaleperlucia.org; quale è per te il significato ed il valore della
memoria?
Ho aderito a
madrigaleperlucia.org proprio perché è legato alla memoria e alla figura di
Lucia. Una donna che ha dato molto alla città di Napoli, che ha saputo
esprimere, con parole semplici e trasparenti, la sua differenza in un mondo
univocamente plasmato. È stata una donna capace di affrontare con coraggio e
determinazione le tante contraddizioni della vita pubblica e privata. Mantenere
vivo il suo pensiero e il suo impegno civile significa per me far circolare la
radicalità della sua voce e della sua pratica politica. Avere memoria di ciò
che in ciascuna/o di noi è incondizionato, contro ogni senso di sé già
inquadrato e prestabilito. È questa per me la memoria: lo scrigno della nostra
irriducibilità.
cosa ritieni
si possa fare in questa fase di crisi economica e politica per dare impulso,
positivo e critico, alle tematiche legate al tuo lavoro di filosofa?
Penso che nella situazione
in cui versiamo, sia economicamente sia politicamente, si dovrebbe avere il
coraggio di modificare in maniera sostanziale il nostro modo di vivere, il
nostro modo di rapportarci alla terra e a tutti i viventi. Significa anche,
chiaramente, riuscire a ripensare il
rapporto uomo-donna soprattutto alla luce della violenza che continua a
scatenarsi tra le mura domestiche e, più sottilmente, in quelle pubbliche. Le
filosofe che studio hanno affrontato con grande forza il tema della violenza
alla radice della cultura occidentale e hanno decostruito sapientemente l’idea
del sapere come padroneggiamento, così come
il considerare la soggettività come un tutto pieno. La trasformazione
del tessuto sociale e civile, un reale cambiamento di prospettiva, si darà solo
tenendo finalmente conto del lavoro pratico e teorico che le donne hanno svolto
fin qui.
molti
"pensatori" affermano che il ruolo della tecnica è superiore a quello dell’economia e della
stessa politica; quale è il ruolo della tecnica nella tua attuale attività
professionale?
Uso
molta tecnologia, però conservo ancora piccoli spazi di manualità che mi
aiutano a pensare. Ad esempio, continuo a scrivere le lettere o bozze di saggi
e articoli a mano, perché mi piace molto la manualità della scrittura, la
grafia come tratto distintivo e unico. La tecnologia asseconda i ritmi
frenetici in cui viviamo e consente di metterci in comunicazione con un
semplice click dall’altra parte del mondo, allo stesso tempo però, c’è un
elemento di indifferenziazione ed è importante non farsi totalmente soggiogare
dalla comodità che offre per non cadere nella pigrizia. Anche con i social
network bisogna prestare molta attenzione a preferire sempre le relazioni
concrete alle relazioni virtuali che non prevedono necessariamente una vera e
propria messa in gioco di sé e, anzi, possono diventare il luogo di sottrazione
massima a se stessi e agli altri.
Intervista
a cura di Rocco Maria Landolfi aggiornato
al 22 marzo 2014