Aver visto, per me
che poco o nulla capisco di calcio, Gonzalo Higuain, stella del calcio
internazionale, attualmente in forza al Napoli, scoppiare a piangere a fine
partita nonostante l’ elegante vittoria
sul fortissimo Arsenal, in Champions League, mi ha fatto sentire profondamente
emozionata. Ho provato una immediata e assoluta empatia con quel gesto di
sconforto, con quelle cocenti lacrime sulla faccia simpatica del campione. Quel
pianto coniugava, come accade solo per i gesti impensati, la bellezza di una
vittoria con l’ inutilità di un
successo, davanti ai suoi tifosi che con una voce unica e assordante urlavano
il suo nome.
I fuoriclasse del calcio sono quasi figure mitiche,
diventano spesso per i loro beniamini, e
non solo, modelli di riferimento per le cose che fanno, per quello che
indossano, per quello che mangiano. I loro capricci, le loro sregolatezze e le
cifre da capogiro che i proprietari delle squadre sono disposti a spendere per averli li
rendono per certi versi figure inarrivabili.
Allora mi è venuto immediatamente in mente un mio giovane amico, tifoso
senza pari del pallone e della sua squadra
del cuore; ho rivisto quella luce nei suoi occhi quando mi parla di
calcio, quella sofferenza mista a delusione quando c’è una sconfitta. Le inaspettate le lacrime di Higuain ci
narrano, quindi, altro; ci svelano,
senza infingimenti, un tratto di umanità
che è parte indissolubile del loro talento. Probabilmente il calcio non è uno
sport tout court: senz’altro, come gli altri sport ha schemi tattici e strategie di gioco; ma forse le vere regole che lo governano non
sono quelle della Lega Calcio, ma altre,
che non passano per i manuali, piuttosto per la pancia dei giocatori come per
quella dei tifosi. E’ sicuramente un male se assistiamo a poco edificanti vicende di
partite truccate, di giri di scommesse clandestine, di compravendite stellari
secondo logiche folli di mercato. Ma il gioco del calcio ne esce sempre intatto, nulla
mina la fede calcistica, nulla compromette la relazione del pubblico con i
giocatori e con la squadra, perché le
lacrime di Higuain non sono solo le sue,
ma di tutti i tifosi, uno per uno.
Maria
Vittoria Montemurro “in
sport – innovazione” aggiornato al 27
gennaio 2014